mps_1.JPGColpo di scena all’ultimo minuto per Mps. A poche ore dal verdetto della Bce al ‘capital plan’ e dalla decisione del CdA sulle misure straordinarie da prendere per risanare la banca, sul tavolo degli amministratori è arrivata una proposta alternativa a quella di Jp Morgan,  avanzata dall’ex numero uno di Intesa Sanpaolo Corrado Passera con il supporto del colosso svizzero Ubs.   La proposta, anticipata da una lettera nella serata di ieri di quattro cartelle che contiene gli aspetti salienti dell’operazione, dovra’ essere cosi’ esaminata dal cda delle banca senese in corso in queste ore . L’operazione e’ frutto di una tessitura paziente di Passera e di Andrea Orcel, l’italiano top manager del gruppo Ubs. Un ruolo chiave, secondo quanto si apprende, lo avrebbero i grandi fondi americani. Si vedra’ se la proposta sara’ per il Monte piu’ allettante di quella dei ‘rivali’ di Jp Morgan.

L’operazione della banca d’affari americana, come emerso in questi giorni, passa per un aumento di capitale fino a 5 miliardi, accompagnato da un prestito ponte di qualche miliardo  necessario a coprire le perdite che deriveranno dalla smobilitazione di 27 miliardi di sofferenze lorde (10 miliardi netti). Parallelamente sara’ costruito un veicolo ‘ad hoc’ in cui confluiranno le sofferenze da cartolarizzare utilizzando lo schema di garanzie pubbliche (Gacs) e le risorse del fondo Atlante che acquistera’ le tranche equity a prezzi fino a 32 cent per ogni euro in sofferenza.    In queste ore i contatti tra Siena (poco mossa in Borsa +0,10%) e Francoforte proseguono senza sosta, cosi’ come con gli advisor, JpMorgan e Mediobanca, chiamati a mettere in piedi tra le varie cose anche un consorzio di garanzia che si faccia carico del maxi-aumento. Il lancio della ricapitalizzazione e’ atteso entro fine anno e in caso di successo lo spettro del bail-in potra’ finalmente sparire.    In campo per il pre-underwriting agreement ci sono gia’ otto banche d’affari e, secondo quanto riferito, Mps e’ pronta a pagare oltre 250 milioni di euro, cosi’ come avvenuto nel 2014. Al momento infatti la banca starebbe valutando di riconoscere delle commissioni pari al 4-4,5% rispetto all’importo dell’aumento, vale a dire tra i 200-225 milioni a cui si aggiungeranno le spese di consulenza. Il pagamento, e’ stato precisato, e’ condizionato al successo dell’operazione.   Sullo sfondo si muove poi Atlante bis. Il fondo, come riportato da indiscrezioni di stampa, dovrebbe chiudere le sottoscrizioni tra nuovi e vecchi investitori l’8 agosto. Obiettivo raggiungere, dagli attuali 1,7 miliardi, fino a 5 miliardi di euro tra assicurazioni, casse di previdenza, banche commerciali e la Cdp. Intanto, Quaestio Capital, l’Sgr che gestisce Atlante, ha fatto sapere di aver arruolato Credito Fondiario per i servizi di due diligence e master servicer nelle operazioni sugli Npl e di aver rafforzato il management proprio per far fronte al dossier sofferenze.

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