ROMA – Daniele Franco ha messo in atto un déjà-vù. Davanti alla commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario, il ministro dell’Economia ha ripetuto per sommi capi quanto detto alla commissione Finanze un mese fa.

Questa volta al centro del confronto c’erano le partecipazioni statali dentro le banche italiale, quindi la narrazione è stata incentrata su Banca Mps e Banca popolare di Bari, controllata dal Microcredito centrale. Dai commissari una delle richieste più gettonate in merito a Rocca Salimbeni è stata di tutelare l’interesse nazionale, favorendo i nostri istituti di credito rispetto a possibili mire francesi. A questo proposito, Franco ha ribadito che “è importante l’equilibrio tra i piani italiani all’estero e quello degli altri Paesi verso il nostro. Fondamentale è che l’Italia mantenga centri decisionali importanti”.

Riguardo le aggregazioni e lo scenario bancario nazionale, il ministro ha aggiunto: “Un terzo o un quarto polo aiuterebbe un quadro di concorrenza adeguata. Sta i privati assumere certe decisioni, poi le valuteremo”. Franco, come già fatto un mese fa, non ha fornito indicazioni precise sull’uscita del Tesoro dal capitale di Mps, ribadendo però che “la trattativa con Unicredit ci ha permesso di chiedere una dilazione dei tempi”. Al ministro è stato anche chiesto di Amco, controllata dal dicastero di via XX settembre sulla quale nei giorni scorsi si è aperto un dibattito in merito al bilancio 2021: chiuso con quasi 500 milioni di passivo. Numeri registrati in quanto la società ha assorbito una parte dei crediti deteriorati di Montepaschi, che oggi si attestano al 4%, “in linea con il sistema bancario italiano”.

Prima della conclusione dell’audizione, la presidente Carla Ruocco ha chiesto cosa intenda fare il ministero per favorire il mercato. Un riferimento rivolto soprattutto a Mps, visto che per Bari Franco ha specificato che “prima è opportuno un risanamento dei conti e che possa stare in piedi con le proprie gambe”. “Nel caso di Mps c’è già stata una prima ipotesi di cessione, ora il nuovo ad rivedrà il piano industriale – ha risposto il ministro -. Noi siamo aperto agli operatori interessati a Mps. Valuteremo le offerte, avendo in mente la tutela del personale, marchio e rapporto con il territorio”.

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