FIRENZE – Il via libera dell’Unione Europea all’Irlanda per inserire etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino ma anche birra e liquori equiparandoli alle sigarette, è un attacco diretto al prodotto del Made in Tuscany più venduto e conosciuto all’estero.

In pericolo ci sono oltre 4 milioni di esportazioni di sole bevande, un quarto del totale dell’export che vola ogni anno verso l’Irlanda (fonte Istat). E’ quanto afferma Coldiretti Toscana in riferimento all’autorizzazione Ue concessa all’Irlanda che potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici.

Si tratta di un pericoloso precedente che – afferma Coldiretti Toscana – rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio la sopravvivenza di quasi 13 mila aziende regionali insieme ad oltre 1 miliardo di euro di esportazioni di vini oltre confini.

“Siamo molto preoccupati dal silenzio assenso della Commissione UE e profondamente contrari alla normativa dell’Irlanda, che dà il via libera alle etichette del vino allarmistiche per la salute (health warning) andando così a colpire in modo diretto l’export delle produzioni enologiche in quel Paese, ma di fatto aprendo allo stesso principio in tutta Europa, lasciando libertà di decisione agli Stati membri. Si tratta di un precedente pericoloso per il mercato unico e che va a creare disinformazione ed allarmismo fra i consumatori, non tenendo conto delle differenze fra consumo consapevole e abuso di alcol” ha aggiunto Angelo Radica, presidente delle Città del Vino.

Il silenzio assenso della Commissione europea alla norma con cui l’Irlanda introduce avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici, disincentivando, di fatto, il consumo di vino, rappresenta un pericoloso via libera ad allarmismi e disinformazione, nonché un precedente rischioso per l’Europa, andando contro la definizione dell’etichettatura comune. Così Cia-Agricoltori Italiani della Toscana commenta preoccupata il mancato intervento di Bruxelles sull’adozione della legge per gli “health warning” su vino, birra e liquori, da parte delle autorità di Dublino, superato il periodo di moratoria a fine dicembre 2022.

“Per Cia è sconcertante lo scenario che si va ora delineando – sottolinea il presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana, Valentino Berni -, con una mossa che sdogana l’autonomia decisionale dei singoli Paesi Ue e compromette il lavoro fatto fino ad ora a livello comunitario nell’ambito del Cancer Plan, proprio a tutela della salute dei cittadini, ma senza demonizzare il consumo, moderato e responsabile, di vino, da distinguere nettamente dall’abuso”.

Dunque, Cia Toscana esprime il suo disappunto non solo rispetto alle avvertenze irlandesi “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”, ma anche di fronte alla Commissione europea che sembra mostrare il fianco a facili associazioni vino-sigarette, lasciando inascoltati i pareri contrari di Italia, Francia, Spagna e altri sei Paesi Ue, e mettendo a repentaglio anche il principio di libera circolazione delle merci in Europa.

Al Governo italiano, da parte di Cia, la richiesta di tornare a sollecitare l’Europa sugli impegni già presi per promuovere uno stile di vita sano e una corretta informazione.

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