«Le strutture ricettive alberghiere devono fare i conti con una crisi mai vista, che ha determinato il crollo del fatturato fino a oltre l’80%: si parla di circa 600 imprese solo nell’area metropolitana fiorentina, che sono ormai all’asfissia».

A dirlo il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi, spiegando in una nota che «dal Governo non sono arrivati ristori adeguati rispetto ai mancati incassi e ai costi che come albergatori siamo chiamati a sostenere, anche a locali chiusi».

La petizione

Bechi rilancia così la petizione promossa a livello nazionale da Federalberghi, per sollecitare il Governo a intervenire con urgenza. «Il Comune si è mosso – dice – ma i risultati purtroppo sono scarsi. Perché servono risposte nazionali. Come per la Tari, ridotta in modo esiguo solo per la parte variabile, quella relativa ai consumi, che non è niente rispetto ai cosiddetti costi fissi, che noi continuiamo a pagare anche se siamo chiusi».

Fra le richieste degli albergatori, la liquidazione di ristori «efficaci e adeguati», con erogazioni mensili fino alla fine della crisi e «un’erogazione iniziale che corregga le sperequazioni che si sono verificate a causa del meccanismo utilizzato nel 2020»; la proroga fino al 31 dicembre 2022 dei termini di pagamento delle rate relative a prestiti, mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale; la cancellazione della Tari e del canone Rai per gli anni 2020 e 2021; la proroga della cassa integrazione per gli assunti a tempo indeterminato, e misure specifiche per i lavoratori stagionali.

 

 

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