«Il food delivery è nell’elenco dei “servizi essenziali” ma evidentemente nessuna tutela è giudicata “essenziale” per i riders: non sono tutelati se lavorano e non sono tutelati se non lavorano». A dirlo in una nota i riders fiorentini insieme a Nidil Cgil Firenze che hanno lanciato la campagna social #dimenticatidaConte attraverso la pagina fabebook “Firenze riders” per chiedere che il Governo garantisca un sussidio anche a loro.

Per molti è l’entrata principale «L’indennità prevista nel Decreto Cura Italia è riservata solo a coloro che hanno una partita iva o una collaborazione coordinata e continuativa (cococo) – spiega la nota – . La maggior parte dei rider per volontà delle piattaforme invece lavora con una collaborazione occasionale anche se collabora da tempo, magari perchè, ironia della sorte, precedentemente avevano avuto proprio la cococo dismessa ormai da tutte le piattaforme. Per molti rider, come raccontano i cartelli della foto-campagna, questo lavoro rappresenta l’entrata principale per mantenere se stessi e in alcuni casi le proprie famiglie».

Le richieste NIdiL Cgil ha chiesto e continua a chiedere che per questi lavoratori vengano attivate misure di sostegno al reddito, utili non solo ad affrontare evidenti cali di attività, ma anche nel caso in cui i riders, visto che le società non si sono ancora fatte carico di consegnare dispositivi di protezione individuale, decidessero di fermarsi. «E’ inaccettabile infatti che i lavoratori si debbano trovare di fronte al ricatto di dover rischiare la propria salute per pochi euro – conclude la nota – . Riteniamo quindi che a fronte del grave comportamento delle piattaforme debbano intervenire con fermezza le Istituzioni per vigilare sulla salute da una parte e garantire sussidi dall’altra».

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