La Regione Toscana segua l’esempio dell’Emilia Romagna e configuri il contenimento di ungulati come “servizio pubblico o di pubblica utilità” pur rispettando le disposizioni di prevenzione epidemiologica contenute nel Dpcm 10 aprile in materia di coronavirus. E’ l’appello lanciato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena che chiede l’attuazione, ad ora di fatto “congelata”, dei piani di controllo faunistico dei cinghiali che stanno mandando in fumo le coltivazioni dei produttori senesi.

Il direttore Cavicchioli: «Aprire rapidamente gli interventi di contenimento» «Occorre rapidamente aprire gli interventi di contenimento a tutti i cacciatori in possesso dell’abilitazione superando la concessione alle sole Guardie Venatorie che, fino ad oggi in questa fase di emergenza, ha prodotto scarsi risultati» spiega il direttore di Upa Siena Gianluca Cavicchioli. –  Il controllo della fauna selvatica deve essere consentita senza alcuna limitazione – prosegue Cavicchioli -, si deve consentire le attività in forma singola ma anche gli abbattimenti che prevedono l’aggregazione di più persone, fatto salvo il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento sociale e dell’utilizzo degli adeguati strumenti di sicurezza personale. In Emilia Romagna la Regione ha concesso queste operazioni, la Toscana segua l’esempio. Ci permettiamo di sottolineare questo aspetto fondamentale, perché come è di tutta evidenza gli ungulati, ora più che mai, sono attivissimi e saremmo buoni profeti nel prevedere un innalzamento dei danni. In momento di incredibile criticità per i nostri produttori, ogni azione che limita la spesa e preserva la liquidità, oltre che di buon senso è doverosa, necessaria e non procrastinabile. Oltre le parole – conclude il direttore di Upa Siena – vorremmo anche i fatti».

 

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