lavoro_1.jpgNon si arresta il ricorso alla cassa integrazione. Anzi, in alcune zone della Toscana (sulla costa soprattutto) aumenta in maniera importante nonostante nel complesso in Toscana lo strumento della cassa integrazione conosca una lieve flessione. In sintesi è questo che emerge dal quarto Rapporto Uil sulla Cassa integrazione, aggiornato a maggio 2015. Nel dettaglio, a maggio in Toscana, rispetto al mese precedente, le ore autorizzate di cassa integrazione sono diminuite dell’11,4%. Un dato in controtendenza rispetto al resto del Paese. In Italia infatti sono state autorizzate 65,4 milioni ore di cassa integrazione (+7,4%), che hanno permesso di tutelare qualcosa come 380 mila posti di lavoro. Ma la crescita, a livello nazionale, «sarebbe stata inconfutabilmente maggiore – sostiene Guglielmo Loy, Segretario Confederale Uil – se non si assistesse alla continua diminuzione della cassa in deroga (-5,6% tra aprile e maggio) dovuta all’ormai strutturale ‘fermo’ amministrativo degli stanziamenti. Lo sblocco e l’implementazione delle risorse della deroga per il 2015 – continua Loy – resta la principale richiesta che facciamo al Governo».

L’appello alla Regione Delle Province comunque hanno visto aumentare il ricorso alla cassa integrazione. E’ il caso di Firenze, dove le ore autorizzate di maggio 2015 rispetto al mese precedente, è stato del 24,5%. Più consistente il dato di Pisa (+90,6%) e Lucca (+69,8). Ma se i dati dei primi 5 mesi del 2015 vengono comparati con quelli dei primi 5 mesi del 2014, emerge che 3 Province Toscane sono tra le 10 Province che a livello nazionale hanno conosciuto gli aumenti più significativi nelle ore autorizzate di cassa integrazione. Sono Grosseto (+70%), Pisa (+62,2%) e Livorno (+45,1%). «Non è un caso che i numeri sulla cassa integrazione mettano in evidenza una difficoltà della costa toscana – afferma Francesca Cantini, Segretario generale della Uil Toscana – Da anni ormai stiamo denunciando a qualsiasi livello, regionale e nazionale, la crisi del comparto produttivo della costa. Servono strumenti nuovi per affrontare quella che si configura non più come un’emergenza, ma una crisi che è diventata strutturale. Per questo chiediamo al presidente Enrico Rossi e al suo governo che si è appena insediato di fare il possibile per vincere la sfida e ridare un futuro all’economia della costa e di tutta la Toscana. Serve un cambio di passo, noi come Uil ci siamo. La prima cosa da fare è dare gambe ad accordi già fatti e firmati, come su Livorno, Massa e Piombino – aggiunge Cantini – Perdere altro tempo non è ammissibile. Servono risposte concrete e quegli accordi sono un primo passo a cui va dato seguito. E’ naturale che da solo non basta. Come Uil da tempo chiediamo di mettere in campo una seria riforma della burocrazia. Velocizzare e armonizzare: queste sono le parole d’ordine per uscire da un pantano di norme che servono solo a bloccare e rimandare».

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