Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’acqua, l’indagine dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva rileva che l’acqua è sempre più cara. Tra le regioni è la Toscana la più cara, Milano la città dove il servizio costa meno. La spesa media di una famiglia per il servizio idrico integrato ammonta a 270 euro. Dall’indagine emerge che aumenta la bolletta, diminuisce il livello di soddisfazione e la fiducia da parte degli utenti, specie dopo le recenti decisioni della Commissione Europea che di fatto ha reso l’acqua del rubinetto inutilizzabile ai fini potabili per oltre un milione di italiani. Al Sud, la popolazione che dichiara di non berla abitudinariamente supera il 60% (nel resto del Paese è al 54%), soprattutto a causa del cattivo sapore e di una crescente diffidenza sui controlli di qualità. Secondo il dossier, realizzato dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, il costo dell’acqua rispetto al 2008, non fa che aumentare: +6,7% la media, con aumenti enormi a Viterbo (+53,4%, record nazionale), Treviso (+44,7%) Palermo (+34%) e in altre sette città, dove gli incrementi hanno superato il 20%: Venezia (+25,8%), Udine (+25,8%), Asti (+25,3%), Ragusa (+20,9%), Carrara (+20,7%), Massa (+20,7%) e (Parma +20,2%). In ulteriori dieci città gli aumenti hanno superato il 10%.


Gli aumenti – Gi incrementi si sono registrati in ben 80 capoluoghi di provincia. Inoltre, secondo dati Istat, da gennaio 2000 a dicembre 2010 l’aumento è stato del 64,4%. L’indagine svolta dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva è stata realizzata in tutti i capoluoghi, relativamente all’anno 2009. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa o ex nolo contatori. I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua (in linea con quanto calcolato dal Comitato di Vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche), e sono comprensivi di Iva al 10%.


Differenze tariffarie – Con ben 8 tra le prime 10 città più care, la Toscana si conferma la regione con le tariffe mediamente più alte (369€). Costi più elevati della media nazionale si riscontrano anche in Umbria (339€), Emilia Romagna (319€), Marche e Puglia (312€), Sicilia (279€). Marcate differenze esistono anche all’interno di una stessa regione: ad esempio, nella stessa Toscana, tra Firenze, Pistoia e Prato (le città più care d’Italia con 421€) e Lucca intercorre una differenza di 185€. Esempi simili si possono trovare anche in Sicilia (tra Agrigento e Catania lo
scarto è addirittura di 232€), Piemonte (a Vercelli il costo è di 164€ superiore rispetto a Cuneo),Liguria, Veneto, Marche e Lombardia. Secondo l’indagine gli utenti sanno poco o nulla di livelli di potabilità e deroghe, anche se poi uno su due (54%) dichiara di non bere abitualmente acqua del rubinetto, preferendo la minerale, soprattutto a causa di cattivo sapore e scarsa fiducia nei controlli. Così, oltre ai rincari del rubinetto le famiglie finiscono per pagare anche 40 euro al mese in media in acqua minerale.


Firenze

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