Dopo un Consiglio dei Ministri durato 7 ore, il governo Monti ha approvato questa notte il decreto sulla Spending Review che, a detta del premier, prevede «4.5 miliardi di euro di risparmio nel 2012 e 10 miliardi per il 2013». Una cifra che fa slittare l’aumento di due punti dell’Iva previsto per l’autunno prossimo. Se ne riparlerà nella primavera del prossimo anno. Dovrebbe così essere risolta anche la vicenda della copertura finanziaria per gli esodati e le risorse per le zone colpite dal terremoto. Sparisce così dall’agenda del Governo il tema dello sviluppo e della crescita a cui sarebbero dovute andare in una prima fase le risorse recuperate dai tagli.

Tutte le riduzioni delle spese Molti i punti affrontati e le spese “tagliate” dal Governo, con la consulenza del commissario Enrico Bondi (leggi): si va dalla riduzione per l’acquisto di beni e servizi” alla definizione di maggiore trasparenza delle procedure, alla “riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni”, alla “riduzione di spese in materia di pubblico impiego” alla “razionalizzazione del patrimonio pubblico e riduzione dei costi per le locazioni passive”. C’è poi il tema delle società pubbliche in house e della riduzione delle spese dello Stato, Ministeri e enti territoriali.
 
Dimezzamento delle Province Il decreto interviene anche sulle Province, prevedendone la riduzione e l’accorpamento, con l’obiettivo di dimezzare il numero attuale. La riduzione avverrà sulla base di due criteri: il primo è la dimensione territoriale, il secondo è la popolazione. La definizione esatta dei parametri per la dimensione territoriale e la popolazione sarà completata entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del consiglio dei ministri. Alcune indiscrezioni pubblicate dalla stampa parlano di una popolazione minima di 350mila abitanti e di un territorio minimo di 3mila chilometri quadrati. La procedura individuata vedrà il ruolo attivo degli enti territoriali. Il governo trasmette al consiglio delle autonomie locali, istituito in ogni regione, la propria deliberazione con i criteri; successivamente, ogni consiglio approverà il piano di riduzione entro 40 giorni. Entro la fine dell’anno sarà completato il piano di accorpamenti.
 
Le competenze future Le province che “restano in vita” avranno le seguenti competenze: ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade). in attuazione del decreto “Salva Italia”, vengono devolute ai comuni tutte le altre competenze che finora lo stato aveva attribuito alle province.
 
Le città metropolitane Entro il 1° gennaio 2014 vengono istituite le città metropolitane, dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, contestualmente, verranno soppresse le relative province.

Barducci, «Province strangolate» «Visto che il Governo non riesce a chiudere le Province perché lo impedisce la Costituzione Italiana, ha deciso di sopprimerle utilizzando il metodo dello ‘strangolamento’ finanziario’», così questa mattina il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci. “Nel 2012, rispetto al 2011, lo Stato italiano si è preso dalle casse di Palazzo Medici Riccardi circa 20 milioni di euro – dice l’assessore al bilancio, Tiziano Lepri -. Una cifra enorme che il prossimo anno salirà a 36 milioni». «Davvero non so come definire il metodo con il quale viene quantificata l’entità dei cifre ‘sottratte’ dallo Stato  ad ogni ente locale – continua Barducci –. Ad esempio con questo ultimo provvedimento del Governo noi verremo privati di 13 milioni e mezzo di euro.  E volete sapere perché la cifra è così alta rispetto ad altri enti? Semplicemente perché noi, facendo il nostro dovere, abbiamo pagato le spese del Trasporto Pubblico Locale e della Formazione con i soldi che ci erano stati trasferiti dalla Regione Toscana. Siccome queste spese vengono classificate nel bilancio sotto la voce ‘consumo intermedio’ che costituisce il parametro scelto dal Governo per imporre i tagli, ci siamo ritrovati questa ulteriore mazzata. Paradossalmente se non avessimo garantito il Tpl e la Formazione oggi pagheremmo la metà». Inoltre la Provincia di Firenze avrà minori entrate per 1.5 milioni di euro per la norma che azzera il pagamento degli affitti dello Stato per l’uso di palazzi provinciali destinati agli uffici di Questura, Prefettura e Comando dei Vigili del Fuoco.

Vasai, «Non dateci ancora per morti» «Da un lato Monti sostiene che il decreto sulla spending review non è una nuova manovra, ma il frutto di un serio lavoro di individuazione e abbattimento degli sprechi – ha sottolineato Roberto Vasai, presidente della Provincia di Arezzo -; dall’altro, però, il decreto contiene, ancora una volta, tagli lineari per tutti gli enti pubblici, spreconi o virtuosi che siano. Sotto il pomposo nome di 'spending review' si nasconde la solita manovra per fare cassa, che colpisce tutti gli enti locali in modo indifferenziato, ma in realtà penalizza in modo pesante i cittadini, costretti – sotto forma di tasse, imposte e tariffe – a pagare i servizi che fino ad oggi pagavano le autonomie locali. A questo punto pare del tutto superfluo star qui a parlare di aggregazione delle province, riforma del sistema locale, risparmi sui costi della macchina pubblica. Se passa questa manovra, metà delle Province andranno in dissesto nel 2012 e l’altra metà l’anno successivo». Sul singolo caso di Arezzo il presidente della Provincia ha poi aggiunto: «Dal punto di vista dell'estensione territoriale credo che non ci siano problemi e nemmeno dal punto di vista del numero degli abitanti, se si prende come punto di riferimento il novembre 2011, quando la popolazione totale risultava di 350.530 unità. Parlare di un unico ente intermedio che raggruppi le Province della Toscana del sud, Arezzo, Siena e Grosseto, appare di difficile gestione anche per quelle poche deleghe che forse potrebbe mantenere. So che qualcuno ha già dato per morta la Provincia di Arezzo, ma ancora non c'è niente di definito».

Marras, «Cinque condizioni senza barricate» «L'ulteriore taglio di 1,5 miliardi alle Province significa il dissesto finanziario per la metà di loro molte in Toscana e rischia anche Grosseto. – spiega Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto – Quanto al merito nessuno di noi vuole alzare barricate corporative, e che siamo pronti a ragionare degli accorpamenti tra Province in Toscana senza resistenze e logiche di conservazione dello status quo. Per quanto mi riguarda, per l’avvio di una seria trattativa sono irrinunciabili alcune condizioni: che le Province continuino ad essere enti elettivi con un forte mandato popolare. Che, una volta definita una proposta di accorpamento, si promuova in Toscana un referendum consultivo per chiedere ai cittadini se sono d'accordo. Sono scelte enormi rispetto alla storia e né io, né altri presidenti di provincia, né Rossi, abbiamo un mandato per decidere su questo per conto di 3,5 milioni di Toscani. Che la Regione Toscana dichiari sin da subito di delegare alle nuove Province tutte le competenze amministrative di area vasta nelle materie su cui legifera, invece di dimostrare ogni giorno il contrario. Va assolutamente scongiurato il rischio di una Regione neocentralista, mostro burocratico lontano dai cittadini. Che si sblocchi il patto di stabilità e sciogliere contestualmente i 3.127 enti e società dei ministeri e delle Regioni che svolgono funzioni pubbliche senza che nessuno ne conosca nemmeno l'esistenza, i consorzi di bonifica, le agenzie che si sono moltiplicate anche in questi ultimi due anni. Che si razionalizzino le Prefetture e tutti gli Uffici dello Stato sul territorio su cui il decreto del Governo è fin troppo vago».

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