Non si allenta la tensione a Siena in casa Pd. Dopo il voto di venerdì 27 aprile che ha sancito la spaccatura del gruppo in consiglio comunale, da giorni continuano le schermaglie e i messaggi, più o meno, criptati a mezzo stampa. Oggi è stata la volta dei consiglieri di maggioranza che hanno voluto dire le loro ragioni (guarda). E stasera è convocata la direzione provinciale del partito. Vedremo cosa uscirà.

Consiglio il 15 maggio. Prendere o lasciare A far nuovamente scoppiare le polveri era stato sabaro l’annuncio del sindaco Ceccuzzi di riconvocare il Consiglio per il 15 maggio prossimo (leggi). A quell'annuncio i dissidenti hanno reagito. Prima Alessandro Piccini, dissidente ma anche presidente del consiglio comunale, aveva spiegato che era “tecnicamente” impossibile un consiglio a così breve giro di posta perché i documenti devono essere consegnati con 20 giorni di anticipo; poi deve aver capito. Il sindaco intende ripresentare gli stessi documenti già presentati ai consiglieri lo scorso 27 aprile. E a quel punto, sugli stessi numeri, chiedere di nuovo il voto. Prendere o lasciare.

I dissidenti motivano il loro voto E così, siccome non ci stanno a passare per traditori “scilipotisti”, i consiglieri comunali Giovanni Bazzini, Anna Gioia, Luca Guideri, Lucio Pace, Alessandro Piccini, Gian Luca Ranieri, dopo una conferenza stampa fatta a poche ore da quella del sindaco (leggi) hanno nuovamente preso carta e penna e spiegato i contenuti del loro disaccordo. Niente politica del loro voto, dicono, ma numeri che non tornano. «Ai vari esponenti politici locali, che si sono stracciati le vesti per la mancata approvazione del rendiconto 2011 del Comune di Siena, consigliamo di andare a guardarsi i numeri. Si renderanno conto che il bilancio consuntivo, essendo privo di coperture finanziarie e certe, non poteva essere approvato. E non si parla di cifre trascurabili, ma di 11,6 milioni, di cui la Fondazione MPS ne ha resi disponibili meno della metà, e di questi , solo una minima parte risultano ad oggi effettivamente incassati».

«Vogliamo risposte sui numeri» «Questa è la verità dei numeri; a cui si continua a non dare risposte preferendo sollevare inutili polveroni politici che puntano solo a nascondere i fatti. Le fantasiose ricostruzioni e gli esercizi di dietrologia fatti in questi giorni sono, perciò, un’offesa ai Consiglieri Comunali e all’intelligenza dei cittadini». «La nostra azione di Consiglieri – bollati come dissidenti – è sostenuta da argomentazioni chiare e puntuali. E i numeri valgono fino a prova contraria! Non ci sottraiamo ad un confronto, purché sia sviluppato con argomentazioni tecniche e amministrative. Non chiediamo di meglio, nel rispetto del Consiglio Comunale, di chi ci ha votati e del partito che rappresentiamo. Non si può continuare a rispondere con gli slogan ai numeri che non tornano!».

Schermaglie da parlamentari Da registrare invece sul fronte del “politichese”  la presa di posizione del deputato grossetano del Pd, Luca Sani, che ritorna sul tema su cui anche il Pd senese si era espresso «Il voto contrario sul bilancio del Comune di Siena da parte dei sei consiglieri del Pd che fanno riferimento all'area dell'ex Margherita è  ''conseguenza dell'insoddisfazione di una componente del Pd senese per le nomine nel Cda del Monte dei Paschi». «A Beppe Fioroni e a quanti sostengono la posizione dei consiglieri comunali del Pd senese che hanno votato contro il bilancio del Comune di Siena, chiedo di fermarsi prima che sia troppo tardi. Perché insistere su certe posizioni avrebbe un esito nefasto, e alimenterebbe la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni. Siamo ancora in tempo a trovare una soluzione condivisa, ma è chiaro che questa non può che essere costruita a partire da un giudizio senza reticenze su quel che è avvenuto nel consiglio comunale di Siena''. A Fioroni, Sani manda a dire che «non aiuta far finta che ci siano altre motivazioni. Cosa alla quale, peraltro, nessuno crede». Insomma, inutile parlare del bilancio di un comune importante come Siena. Non sono quelli i problemi veri.

Parola all'ex primo cittadino Ma c’è anche un altro che in queste giornate di tensione le manda a dire. È l’ex sindaco di Siena Maurizio Cenni che, senza nominarlo, scrive ai giornali per replicare al sindaco Ceccuzzi che lo aveva velatamente (nemmeno troppo, in verità) tirato in ballo a proposito del lavoro in banca appena finito l’incarico di primo cittadino nel 2011. «Giudico una grave errore la drammatizzazione che ha preceduto il Consiglio comunale, poiché le comunicazioni della Fondazione era le stesse di ogni anno, questa volta lo zelo della discontinuità credo abbia giocato un brutto scherzo a chi ne ha fatto il motivo dominante del mandato. Credo e spero che vi siano le intelligenze e le volontà per ricomporre un quadro che prima di tutto va a discapito della città». Poi, l’augurio che «il sindaco continui a svolgere il suo mandato, magari con un pizzico di equilibrio e non con questa acrimonia, altrimenti tra i discorsi su Santa Caterina e l’atteggiamento quotidiano si scava un bel solco».

Il presidente Rossi auspica una soluzione Rinuncia al ruolo di pacificatore, invece, almeno in pubblico, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, lunedì a Siena a parlare di “Patto per lo sviluppo” e fondi comunitari. «Se anche vi parlassi della pietra filosofale, le mie parole cadrebbero nel vuoto». Poi, «Il partito deve occuparsi di quel che accade a Siena. Se ne occuperà Andrea Manciulli (segretario regionale del Pd), a me rimane da augurare solo che si arrivi ad una soluzione». Insomma, il problema è sempre e soltanto politico. E il Pd rimane spaccato.

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