“Sì al diritto di cittadinanza per chi nasce in Toscana”, queste le parole del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi intervenuto sabato 10 luglio a Livorno al Meeting Internazionale Antirazzista. L’evento organizzato da Arci Toscana con il sostegno della Regione Toscana, è iniziato venerdì 9 luglio e andrà avanti fino al 17 luglio negli spazi della Cecinella di Cecina Mare. Sul fenomeno globale e ineluttabile della migrazione che non si risolve con muri e respingimenti, Rossi ha dichiarato che “chi nasce in Italia deve essere italiano. Chi non lo permette è razzista. Mi impegno quindi affinché tutte le bambine e i bambini nati in Italia da genitori non italiani possano godere da subito di pieni diritti politici e di cittadinanza”. La Giunta toscana promuoverà una proposta di legge e, insieme ad almeno altre quattro Regioni, si impegnerà affinché anche il Parlamento, come previsto dalla normativa nazionale, discuta e approvi una legge di civiltà. “In Toscana su 33 mila nuovi nati all’anno, ben 8 mila sono figli di stranieri” – ha continuato Rossi, “questa legge è il minimo che possiamo fare per risolvere i tanti problemi legati al diritto di cittadinanza. Non scordiamoci che ogni anno gli immigrati in Toscana pagano ben 915 milioni di euro di tasse mentre ne ricevono per servizi solo 315”.


Meeting – L’assemblea ha accolto con un applauso il presidente Rossi e il senegalese Diop Mbaye, presidente del Coordinamento Stranieri di Livorno lo ha ringraziato per la sua presenza e per l’impegno volto a garantire il bene di tutti i toscani migranti compresi. Le richieste avanzate vertono su una rapida approvazione del regolamento della legge regionale sull’immigrazione, sul rifiuto dei CIE e sull’evoluzione del diritto di cittadinanza per quanti hanno scelto il nostro Paese per vivere e lavorare. Per Rossi la questione immigrazione “è un fenomeno globale e ineluttabile, non si risolve con i respingimenti né costruendo muri e frontiere inaccettabili. Sono contrario alla legge Bossi-Fini e sono contro i CIE disumani descritti dai rapporti di Medici senza frontiere ma siamo e rimaniamo una istituzione che deve agire nella legalità e quindi, se il Governo ci chiederà di aprire un CIE in Toscana, affronteremo la questione ponendo il rispetto dei diritti umani al centro di ogni azione”.


Livorno

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