Le sonorità urticanti e abrasive del “suo” Teatro degli Orrori, stavolta, potrebbero condurci in errore. “Obtorto collo”, debutto da solista di Pierpaolo Capovilla, è un disco oscuro e romantico, che il vocalist presenta venerdì 7 novembre al Viper Theatre di Firenze (ore 21,30).

Storie d’amore e di sconfitte – Undici canzoni che suonano le corde del cuore, che ti entrano dentro e lasciano un‘impronta indelebile. Intime, dolci e dolorose, sono storie d‘amore e di sconfitta, come è nello stile di Capovilla. Ma come sappiamo, cantare l‘amore per Pierpaolo Capovilla non è che un espediente letterario. La cifra narrativa dell‘album è infatti costituita dalle contraddizioni della società italiana: lo smarrimento culturale, la disgregazione sociale, l‘incomunicabilità relazionale, e quel sentimento che c‘è in ognuno di noi, quando pensiamo a cosa sia diventato il paese in questi ultimi anni del decorso storico, e per il quale ci sembra non ci sia più niente da fare. Volutamente lontanissimo dal suono de Il Teatro degli Orrori, il nuovo album di Capovilla sembra uscire da un romanzo francese del novecento. Infatti “Obtorto Collo” è più vicino alla canzone francese, che alla tradizione cantautorale italiana, più vicino a Jaques Brel per intenderci. Ma la forza di queste undici nuove canzoni è tutta nell‘intrico di privato, privatissimo, e pubblico, politico, a sottolineare ancora una volta che ogni storia personale, ogni vicenda biografica, avviene all‘interno della comunità in cui viviamo. Che la società, che domina e dirige le nostre esistenze, è il luogo della sconfitta dei valori e degli ideali, ma proprio per questo è anche quello del riscatto e dell‘emancipazione.

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