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La scuola dice ufficialmente  “no” e nega l’iscrizione ad un bambino lunigianese, ma poche ore dopo il ministero dell’Istruzione si pronuncia e impone al dirigente scolastico di accettare l’alunno in classe.  Piange davanti scuola, questa mattina, lo studente di 11 anni a cui la burocrazia scolastica stava negando l’iscrizione in prima media e piange anche poco dopo, ma dalla gioia, quando la madre gli comunica che «da Roma hanno deciso, domani  potrai andare a scuola».  In ogni caso, questo è stato il primo caso nazionale di un bambino a cui è stato negato, seppur per pochi giorni, il diritto allo studio.

A scuola con l’avvocato Sembrava non esserci possibilità per lui, a nulla era servito presentarsi in classe stamattina con l’avvocato, ricordare si trattasse di scuola dell’obbligo, minacciare ricorsi e costose cause civili, interessare istituzioni locali, parlamentari e ministri. Non c’era stato nulla da fare. Il dirigente dell’istituto comprensivo Baracchini di Villafranca in Lunigiana, Luigi Cecci, era stato irremovibile davanti all’avvocato Raffaella Lornia e alla madre del bambino che stamattina lo avevano accompagnato a scuola:  in quella classe non c’era posto per lui, come gli era già stato detto lo scorso 15 settembre, quando fu allontanato dai compagni, dopo qualche ora di lezione, perché non risultava iscritto.

La storia La famiglia aveva chiesto il trasferimento da un altro istituto della Garfagnana, ma il nullaosta non è mai stato accettato dal Baracchini, perché la classe era già piena, anzi, erano già stati inseriti tre bambini in più di quanti ne prevede la circolare ministeriale. Per questo gli uffici avevano dovuto negare il trasferimento. Nei giorni scorsi, del caso si erano interessati il sindaco del piccolo comune di Villafranca, Filippo Bellesi, il senatore Lucio Barani, ex primo cittadino e gli uffici provinciali del Provveditorato agli studi di Massa Carrara, per cercare di sensibilizzare il dirigente scolastico a trovare una soluzione che non facesse troppo clamore.

I motivi del ‘no’ Invece la posizione del preside Cecci è rimasta la stessa per tutto questo tempo e siccome non ha voluto rilasciare dichiarazioni dirette, le ha riassunte per lui l’avvocato della famiglia, Raffaella Lornia: «Ci ha comunicato – dice l’avvocato – che aggiungere un altro studente all’interno di una classe già affollata,  potrebbe pregiudicare il rendimento di tutti gli studenti e che, formare due prime dividendo la classe già esistente comporterebbe un eccessivo onere per lo Stato». Banco negato, quindi, ancora una volta. Eppure il ragazzino era pronto stamattina con cartella e libri, sperando che nelle stanze dei bottoni la madre e l’avvocato risolvessero il problema, ma quando gli è stato detto che neanche stavolta avrebbe potuto frequentare le lezioni è scoppiato a piangere.

Il ‘sì’ del ministero L’avvocato aveva annunciato ricorso al Tar di Firenze per impugnare il diniego all’iscrizione e la famiglia avrebbe proceduto anche con una causa civile per chiedere il risarcimento dei danni, materiali e morali, ma nel pomeriggio è arrivata la risposta del ministero dell’Istruzione al grottesco caso all’italiana:  «Il bambino di 11 anni inizialmente non accolto nella scuola `Baracchini´ di Villafranca in Lunigiana potrà frequentare l’istituto. L’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana sta seguendo e risolvendo il caso per consentire l’iscrizione». «E’ finito un incubo- commenta la madre del ragazzo-; adesso forza e coraggio, domani si va a scuola».

 

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