«Luca Ceccobao sindaco di Siena». Non è lo spot di una campagna elettorale, ma ben presto potrebbe diventarlo. Ad irrompere nel dibattito del centrosinistra cittadino della città del Palio in vista delle amministrative di maggio dopo le rinuncia del candidato Franco Ceccuzzi (leggi) è il Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione Rossi «fortemente preoccupato di quanto avvenuto a Siena negli ultimi tempi e soprattutto dopo l’emorragia di voti» avrebbe proposto a Bersani «la candidatura a sindaco dell’assessore regionale ai trasporti ed ex primo cittadino di Chiusi, Luca Ceccobao». Una proposta che secondo il quotidiano vedrebbe anche «l’impegno diretto del sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini come coordinatore dell’Unione comunale. Una soluzione che – sempre secondo La Nazione – troverebbe ampia sponda anche nelle stanze della segreteria regionale del Pd».

Primarie o rischio commissariamento Una richiesta che, se accolta, per il Pd senese rischia di suonare di fatto come un commissariamento a tutti gli effetti. Non più tardi di ieri, infatti, il segretario dell’Unione Comunale Giulio Carli e quello provinciale Niccolò Guicciardini dovendo analizzare il non brillante dato post elettorale – meno 13% alla Camera e meno 11% al Senato – avevano parlato di primarie per la scelta del nuovo candidato «lo stabilisce lo statuto del Pd» aveva precisato proprio Carli. «Avvieremo subito un percorso con Sel, ma lavoreremo per allargare la coalizione a tutte le forze di centrosinistra» aveva aggiunto Guicciardini, «deluso» per il risultato delle urne ma convinto che il suo partito «abbia scontato in questo voto, in poche settimane, gli errori degli ultimi 15 anni». Certo il Pd ha pagato anche l'inchiesta sul Monte dei Paschi, «ma il rinnovamento che abbiamo avviato deve andare avanti» e, anche per questo, respingeva l'idea che a Siena il partito potesse essere commissariato.

L'informativa dei Carabinieri Ma ad alimentare il dubbio che le scelte dentro il Pd senese potessero essere già «commissariate» da tempo è un’informativa dei Carabinieri resa nota oggi, dopo intercettazioni eseguite nell'ambito di un'inchiesta sul ristorante dell'Enoteca Italiana di Siena, in cui si legge che «Il presidente di banca Mps Giuseppe Mussari e l'allora deputato del Pd, poi sindaco della città, Franco Ceccuzzi, avevano un confronto pressoché quotidiano sui temi politici nazionali e locali e in particolare sulle decisioni da assumere in seno alla banca», con «conseguenti riverberi sulle amministrazioni e sulle imprese ad essa collegate».

Equilibrio tra anima diessina e diellina Le intercettazioni a Mussari, che i carabinieri definiscono «espressione dell'anima diessina del Pd», mettono «in luce come gli argomenti cardinali delle conversazioni» con Ceccuzzi «fossero il difficile equilibrio tra le due anime del partito, quella di loro riferimento e quella minoritaria di provenienza diellina, soprattutto in relazione alle nomine e la candidatura a sindaco di Siena proprio del Ceccuzzi alle elezioni del 2011». Ceccuzzi venne eletto sindaco di Siena con il 54,71% alle amministrative del 2011, per poi dimettersi nel giugno scorso dopo il voto contrario al bilancio dell'Amministrazione comunale di alcuni esponenti Pd dell'area ex Margherita (leggi). Oggi Mussari e Ceccuzzi, indagati nell'inchiesta per il crac dell'ex pastificio Amato, sono stati interrogati per circa tre ore a Salerno dal pm che si occupa del finanziamento di 19 milioni concesso da Mps al Gruppo Amato nel 2010. Proprio quest'avviso di garanzia ha portato Ceccuzzi, lunedì scorso (leggi), a lasciare la corsa per la ricandidatura a sindaco.

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