FIRENZE – “Non ce ne andiamo senza novità risolutive sulla vertenza”. Nuovo blitz dei lavoratori dell’ex Gkn, che questa volta hanno preso di mira il Consiglio comunale di Firenze.

“Non toccheremo l’ agibilità delle strade o dei mezzi usati da chi va a lavorare. Siamo venuti a rivendicare la nostra dignità qua. Dicono che si chiami ‘comune’ perché è la casa di tutte e tutti. Noi siamo in consiglio comunale”, ha affermato il Collettivo di fabbrica, che nei giorni scorsi aveva organizzato tre manifestazioni in altrettanti luoghi del capoluogo.

Un’azione maturata dopo l’annuncio dell’attuale proprietà, Qf, di non poter pagare gli stipendi. I lavoratori hanno presentato una serie di proposte all’assemblea cittadina. “Prima di tutto l’azienda deve ritirare le proprie calunnie sull’inagibilità dello stabilimento, perché far passare quelle bugie vuol dire mettere una croce nera sul sito industriale. Secondo, deve mettere a disposizione di una governance pubblica, del comitato di proposta e di verifica, tutti i dati necessari per fare una vera reindustrializzazione. Non ce l’hanno in mano? Va bene, ma allora lasciano almeno il diritto di proposta agli altri. Cosa che non stanno facendo”.

La presenza, che si è protratta per tutto il pomeriggio, ha vissuto anche momenti singolari. Come quando gli operai non si sono alzati per gli inni, italiano ed europeo. “In aula abbiamo delle regole, nel nostro regolamento abbiamo l’esecuzione degli inni, quello d’Italia e quello europeo – ha evidenziato Luca Milani, presidente del Consiglio comunale -. Siete qui, partecipate, e questo ci fa piacere. Ma le regole che abbiamo le dobbiamo rispettare: una di queste è l’esecuzione degli inni a cui si sta in piedi. Forse non lo sapevate e ve lo comunichiamo per le prossime occasioni”.

Più duro ancora il vicepresidente Emanuele Cocollini: “Non si può far finta di niente di fronte a un gesto che non ha scusanti e mostra disprezzo verso l’inno di Mameli, simbolo dell’unità nazionale”.

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