Una filiera dell’olio vegetale ad uso energetico in Toscana è possibile, ma la burocrazia la blocca. E’ questo in sintesi quanto è emerso nella due giorni di eventi pubblici che ha concluso le attività del progetto C.O.V.A. , una sperimentazione durata quasi due anni, nell’ambito della Misura 124 del programma di sviluppo rurale 2007 – 2013 della Regione Toscana e comunicato dalla Cia Toscana.

Al convegno conclusivo del progetto – che si è svolto a Pieve Santa Luce (Pi) -, Davide Pagliai, presidente del Consorzio Strizzaisemi e promotore del progetto ha illustrato il progetto, gli obiettivi ed il bilancio delle attività. «Il motivo per cui ci siamo aggregati è riportare valore aggiunto alla materia prima conferita dai soci – ha detto Pagliai -. Nel settore energetico ci piacerebbe arrivare a chiudere tutta la filiera, ad esempio divenendo operatori energetici o rifornendo i soci con il combustibile prodotto, come in Austria. Il progetto dimostra che, tecnicamente ed economicamente, questo è possibile; purtroppo gli ostacoli principali vengono dalla burocrazia, pensata per le grandi industrie ed ingestibile ai nostri livelli. Speriamo che in futuro si possa andare verso una radicale semplificazione del settore».

Il direttore del CREAR Francesco Martelli e i ricercatori Marco Buffi e Ilaria Marsili Libelli, hanno illustrato i risultati tecnico-scientifici del progetto. In particolare sono stati descritti l’impianto di spremitura a freddo realizzato ed il processo sperimentato per ottenere un prodotto di qualità. Nel pomeriggio il secondo evento, la visita all’impianto di spremitura, illustrato ai partecipanti da parte dei tecnici del Consorzio e del CREAR. Il terzo evento si è svolto infine a Firenze presso il Dipartimento di produzioni agroalimentari e dell’ambiente (DISPAA) dell’Università di Firenze; protagonisti del seminario, oltre al presidente Pagliai, i ricercatori Enrico Palchetti, Marco Buffi e Lucia Recchia.

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