Mentre il titolo Mps scala la borsa con la Consob vigile sull’acquisto di azioni, mentre l’ombra di nuovi azionisti rinfresca il clima rovente a Rocca Salimbeni tra azienda e sindacati, quando all’orizzonte il Tesoro è sempre più vicino all’entrata nella Banca Senese, il presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena Gabriello Mancini interviene a tutto tondo sulla situazione con spunti interessanti sulla diversificazione del Patrimonio “richiesta” dal presidente Mps Alessandro Profumo, sul piano industriale 2012-2015 “lacrime e sangue ma realistico”, sulle trattative in corso tra azienda e sindacati in merito alle esternalizzazioni (leggi)sulle dimissioni “consigliate” (leggi) e sulla necessità di ripensare lo statuto della Fondazione Stessa. L’occasione di intervento per il presidente Mancini è stato l’incontro pubblico “Il coraggio di cambiare: idee e prospettive per uscire dalla crisi” che si è tenuto ieri alla festa provinciale del PD di Siena e al quale sono intervenuti anche il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini e il presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi.
 
Patrimonio da difendere e da diversificare «La diversificazione del patrimonio è un nostro obiettivo ma difficile da attuare nel breve periodo, – ha sottolineato Mancini – è una prospettiva alla quale guardare con grande attenzione con operazioni sul patrimonio che oggi è concentrato principalmente sulla Banca conferitaria. La difesa del patrimonio e la sua messa in sicurezza, sono gli obiettivi primari su cui stiamo lavorando. A giugno abbiamo chiuso con grande sforzo la rinegoziazione del debito di 350 milioni di euro con le banche creditrici e saranno rimborsabili dal 2017. Adesso stiamo negoziando anche con i beneficiari che non hanno ancora ricevuto le erogazioni deliberate».
 
Prossimo passo l’incontro con gli enti nominanti su Piano triennale La Deputazione Generale, organo di indirizzo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ha avviato un processo di riflessione sul piano di regolamentazione triennale per le attività future. Il 4 settembre è in programma un incontro con gli enti nominanti (Comune di Siena e Provincia di Siena, Arcidiocesi; Università degli Studi, Regione Toscana) durante il quale saranno esposte le idee progettuali. «Inizierà così – ha sottolineato il presidente Gabriello Mancini durante un incontro pubblico alla festa del PD di Siena – una fase che porterà all’approvazione del documento triennale e di quello annuale tra settembre e ottobre. Anche in questo contesto difficile vogliamo continuare a svolgere il nostro ruolo di sostegno al territorio, reperendo risorse, fornendo attività di consulenza e mettendo a disposizione le nostre conoscenze».
 
Necessità di revisione per lo statuto Il presidente della Fondazione Mps è intervenuto poi sulla necessità di revisione dello statuto attraverso «una riflessione per renderlo omogeneo alla carta delle Fondazioni approvata dall’Acri, non è una modifica che possiamo fare da soli ma coinvolgendo anche le istituzioni. Una riflessione è inevitabile su durata dei mandati, composizione degli organi di controllo e di rappresentanza, di incompatibilità, responsabilità e professionalità anche se poi lo statuto dovesse rimanere invariato»
 
Il Piano industriale non si tocca «I problemi della banca si risolvono attraverso le linee guida di un Piano Industriale che abbiamo apprezzato e ritenuto realistico in quanto, in questa fase di difficoltà, tenendo presente i ricavi ma basandosi sui costi ha più possibilità di realizzarsi. Dalla banca ci aspettiamo come azionista di riferimento, e vogliamo continuare a svolgere questo ruolo, un rilancio. Non siamo noi che dobbiamo amministrare la banca, ma possiamo e dobbiamo limitarci a dare giudizi su come la banca viene amministrata»
 
Il rapporto coi sindacati Sulle trattative in atto tra vertici di banca e sigle sindacali il presidente Mancini ha auspicato «il massimo della convergenza possibile tra le posizioni di entrambe le parti. Ho massima stima verso tutti i dipendenti – ha aggiunto – e attribuisco grande importanza allo spirito montepaschino. Ben vengano le proposte alternative ma a saldi invariati. L’auspicio è quello di un gesto di disponibilità e responsabilità da parte dei dipendenti verso la banca e di grande attenzione e disponibilità da parte della banca verso i dipendenti. Già lo scorso anno la Fondazione disse che se non c’era il dividendo per I soci non sarebbe dovut esserci neanche il premio di produzione per i dipendenti ma fummo “spernacchiati” dai sindacati che oggi chiedono di entrare nel merito della gestione della banca. Va sottolineato inoltre che quando in passato la Fondazione è intervenuta sulle linee strategiche della banca le organizzazioni sindacali ci hanno accusato di ingerenza»
 
Dimissioni? Roba da traditori «Dimissioni? Non ci ho mai pensato, nemmeno quando sono stato invitato a farlo». Così il presidente della Fondazione Mps a chi gli ha chiesto se in questi mesi ha pensato di abbandonare gli uffici di Palazzo Sansedoni. “Ho la coscienza tranquilla – ha aggiunto -. La Fondazione ha realizzato quello che ci hanno chiesto di fare. Ci si dimette quando si sa di aver sbagliato, di aver tradito o di non essere stato coerente con gli indirizzi di mandato. Io non lascio anche perché non voglio dare l’impressione della fuga specie nei momenti di difficoltà come questi quando invece è necessario lavorare per superarli. A pochi mesi dalla fine del mandato stiamo portando a termine il processo di riorganizzazione della Fondazione». 

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