Un’impresa toscana su tre ha intenzione di utilizzare i finanziamenti europei e i fondi comunitari, ma per avvalersi di queste risorse chiede soprattutto una netta semplificazione delle procedure amministrative, l’utilizzo di un linguaggio semplice nei bandi e nella modulistica e assistenza tecnica.

La pandemia e la discussione intorno alle nuove risorse europee potrebbe essere all’origine della rinnovata attenzione delle imprese verso i finanziamenti della Ue. E’ quanto emerge da un’indagine effettuata da SiCamera e InfoCamere nell’ambito del progetto S.I.S.PR.IN.T. per il quale la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha un ruolo di ascolto delle istanze del sistema imprenditoriale regionale.

Appena il 2,6% delle imprese toscane (3,6% media Italia) è riuscito ad utilizzare finanziamenti europei/fondi strutturali nel periodo 2014-2020, nella maggior parte dei casi accedendo a POR regionali (65,5%) o PON nazionali (28,8%) e affrontando diverse difficoltà.

Per quanto riguarda la scrittura e la presentazione delle domande, quasi un’impresa su due lamenta la difficoltà di adempiere alle richieste (Toscana 46%, Italia 51,5%), oltre un quinto sottolinea la modesta rispondenza degli strumenti alle esigenze delle imprese e tempi di attesa troppo lunghi tra richiesta ed assistenza (in entrambi i casi oltre un quarto a livello nazionale). Quote significative di imprese indicano anche altre criticità di rilievo: settori dei bandi non attinenti alle attività dell’impresa (17,8% sia per la Toscana che per Italia), dimensioni imprenditoriali troppo limitate (15,9% Toscana, 13,6% Italia); assistenza inadeguata da parte delle amministrazioni responsabili dei bandi (13,8% Toscana, 14% Italia); scarsa chiarezza degli istituti di credito (13,8% Toscana, 13,2% Italia); esistenza di imprese prive delle necessarie competenze all’accesso (9,5% Toscana, 5,7% Italia) e difficoltà legate all’obbligo di presentare garanzie e/o fidejussioni (7,9% Toscana, 10,9% Italia).

“Sono dati che non stupiscono – commenta il presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno Riccardo Breda – l’eccessiva complessità, la burocrazia esasperata sono uno dei problemi che soffocano la ripresa imprenditoriale da troppo tempo. Anche l’indagine SISPRINT dimostra che invece la propensione a ripartire c’è, ma il ruolo del pubblico deve essere rivisitato, puntando su procedure più semplici e comprensibili e su un’assistenza tecnica davvero in grado di supportare le imprese nei percorsi di crescita, anche in Europa”.

Per circa la metà delle imprese toscane e italiane intervistate, al fine di ovviare a queste problematiche sarebbe indispensabile infatti anzitutto una semplificazione delle procedure amministrative, ma oltre un terzo delle imprese ritiene altresì necessario l’utilizzo di un linguaggio più semplice nei bandi e nella modulistica. Altro elemento cruciale è la richiesta di una maggior assistenza tecnica per l’accesso ai bandi ed in itinere (18,7% Toscana, 19,9% Italia), una comunicazione maggiormente mirata a target specifici (circa il 13% per Toscana e Italia), una documentazione amministrativa più standardizzata (11,7% Toscana, 13,6% Italia), un’informazione più approfondita sulla tempistica di avvio dei bandi e implementazione di un “calendario bandi” (11,4% Toscana, 12,6% Italia) nonché tempi certi per la pubblicazione degli avvisi, la valutazione del progetto e i pagamenti (5,2% Toscana, 8,5% Italia).

Per accedere ai finanziamenti europei/fondi strutturali le imprese dichiarano per lo più di avere necessità di ricevere più tempestivamente informazioni sulle opportunità di finanziamento e maggiore supporto nell’elaborazione e redazione dei contenuti della richiesta/del progetto. Tra le criticità relative al territorio, segnalate dalle imprese toscane, da sottolineare i problemi di accesso al credito e la bassa offerta di competenze nell’acquisizione del personale.

Al contempo, le imprese hanno segnalato le misure di sostegno pubbliche (PA centrale e locale) che potrebbero favorire maggiore solidità aziendale ovvero: contributi a fondo perduto per incentivare lo sviluppo imprenditoriale (es. start-up; internazionalizzazione, innovazione, etc.) e Compensazione debiti /crediti vantati verso la PA.

Secondo le imprese toscane (e italiane in generale) i settori su cui dovrebbero essere concentrate maggiormente le risorse comunitarie sono Salute e benessere e Istruzione di qualità.

In tema di innovazione il 39,1% delle imprese toscane ha svolto attività di ricerca e sviluppo in collaborazione con soggetti esterni (31,8% media nazionale), mentre il 5% delle imprese regionali è stato supportato da Università e Centri di ricerca per le attività di progettazione dei bandi/finanziamento nel periodo 2014/2020 (2,7% media Italia).

Tra il 2016 ed il 2020 anche le imprese toscane hanno investito in tecnologie green: il 7,5% ha investito per il miglioramento del profilo ambientale dei prodotti ripensati in un’ottica di economia circolare, mentre il 13% ha investito per migliorare l’impatto ambientale del processo produttivo (efficientamento energetico, riduzione di emissioni, riduzione impiego idrico e materie prime, riduzione degli scarti di produzione e dei rifiuti non riciclabili). A seguito dei suddetti investimenti green il 56,6% delle imprese toscane ha riscontrato miglioramenti in termini di produttività, efficienza aziendale e riduzione dei costi.

 

Articolo precedenteAlla scoperta dei segreti di Palazzo Vecchio: dalle stanze di Eleonora di Toledo e Cosimo I fino alla vita di corte nel Cinquecento
Articolo successivoVaccini, Giani: 20 mila dosi al giorno per gli over 80. Sui super fragili, in attesa di Moderna, non abbiamo certezze