Nel referendum consultivo sulla fusione dei comuni di Bibbiena, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo, che si è svolto il ventinove e trenta ottobre scorsi, i voti hanno espresso la chiara volontà di non procedere alla istituzione del Comune di Casentino la Verna.

Questi i numeri A Chiusi della Verna i Sì sono stati 386 ed i No 761, a Bibbiena e Ortignano Raggiolo i Sì sono stati 2344 ed i No 1515. Da considerare che hanno partecipato al referendum 3888 votanti su 10.194 aventi diritto. È partendo da questi numeri che il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), ha illustrato l’atto e ricordato il voto della commissione, che ha licenziato con parere negativo la proposta di legge di iniziativa popolare che istituiva il nuovo comune, facendo riferimento alla risoluzione approvata dal Consiglio regionale, proprio per affrontare simili situazioni. «Vista la chiara volontà popolare emersa nelle consultazioni referendarie, la scelta è quella dell’ordine del giorno votato in Consiglio lo scorso aprile: portare avanti il percorso di fusione in coerenza con i comuni del territorio». Così il presidente della commissione Affari Istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd) che, «come presidente di commissione e consigliere del Partito democratico», ha invitato l’aula di palazzo del Pegaso ad esprimere parere contrario alla proposta di legge della Giunta regionale di istituzione sia del comune di «Chiusi Verna Chitignano Castel Focognano», per fusione dei comuni di Castel Focognano, Chitignano e Chiusi della Verna che per quello di fusione di Bibbiena, Ortignao Raggiolo e Chiusi della Verna.

Il confronto Nel corso del dibattito, Marco Casucci (Lega nord), parlando di strada giusta da percorrere, ha invitato a valutare con prudenza la politica delle fusioni. Gabriele Bianchi (M5S) a riflettere sul processo partecipativo, come i consiglieri Tommaso Fattori (Sì Toscana a sinistra) e Monica Pecori (Gruppo misto Tpt), che hanno parlato della necessità di sensibilizzare le popolazioni e di forme per verificare la partecipazione. Conferma del voto contrario alla fusione da Massimo Baldi (Pd), visto il chiaro esito referendario. Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana Stefano Mugnai, che mai aveva nascosto la propria contrarietà a un metodo «confusionario e tutto calato dall’alto delle cabine di regia del Pd per equilibri interni al partito», in aula è tornato alla carica: «Questo del Casentino, pur in una stagione di bocciature dei referendum, resta l’esempio più fulgido di fusione forzata. Ricordo che io stesso chiesi anche il parere del collegio di garanzia, per capire se vi fossero i contorni di legittimità nel sottoporre ai cittadini di cinque comuni quesiti da tripla modello 1-X-2. La vicenda della doppia fusione, ridicola, io auspico sia l’epilogo di questa storia degli ultimi due anni di fusioni volute più per scopi e per sponsor politici – ha ricordato Mugnai – che per volontà delle comunità locali. Non funziona così. E quando si prova a far così si batte il naso sulla volontà dei cittadini». «Spero – ha concluso Mugnai – che quella di questa modalità sia una stagione finita e che se ne apra una di riflessione, spero breve, sulle fusioni nella quale si rimetta mano alle regole di ingaggio. Se c’è la volontà, esiste la possibilità di fare un lavoro serio per non concludere in maniera triste quello che alla fin fine è uno dei punti programmatici vostri, tra l’altro. Lo spazio per dare nuovo slancio c’è, ma bisogna riscrivere insieme le regole del gioco e convincere nuovamente i toscani che le fusioni non sono una fregatura ma sono un’opportunità». In aula, dopo il voto contrario, all’unanimità, su tutti gli articoli delle due proposte di legge, gli atti non sono stati neppure posti in votazione.

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