FIRENZE – L’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze-Pistoia segnala ancora alla Regione Toscana la carenza di infermieri nelle Rsa scrivendo di una «situazione estremamente allarmante: le Rsa e altre strutture del settore sociosanitario segnalano infatti da tempo l’impossibilità di recepire infermieri e, in conseguenza di ciò, il progressivo aumento di attività infermieristiche svolte da altre qualifiche o da altro personale non abilitato, integrando in questo modo gli estremi del reato di esercizio abusivo della professione (previsto e punito ai sensi codice penale all’art.348)».

Questo, spiega Opi, «alla luce della ratifica della nuova graduatoria concorsuale per le Aziende Sanitarie, che porterà ulteriormente a depauperare le Rsa rispetto alla presenza di infermieri e, aspetto non marginale, causerà la perdita dell’esperienza del lavoro con anziani fragili ed in stato cronicità anche di livello grave».

«La soluzione non può essere ‘ognuno si arrangi’ in quanto porterà a contenziosi giudiziari non indifferenti – scrivono dall’Ordine -. Le misure che servono e che proponiamo sono, nell’immediato bloccare le Aziende sanitarie relativamente ad assumere infermieri con contratti di somministrazione; trattenere i vincitori nella graduatoria del concorso che lavorano nelle strutture socio sanitarie, se chiamati, fino al 31 dicembre con assicurazione del mantenimento del posto a ruolo ed eventuale compensazione stipendiale; istituire contratti di formazione – lavoro per studenti d’infermieristica del terzo anno al secondo semestre in pari con gli esami (20 ore lavoro-tirocinio con retribuzione di 1.000 euro mensili); bandi autorizzati ai gestori accreditati per 6 mesi e autorizzare la libera professione degli infermieri pubblici per lavorare in Rsa, come fatto per le vaccinazioni».

A medio termine, invece, secondo Opi Fi-Pt occorre «proporre lo sviluppo e la formazione di una nuova struttura contrattuale per l’area socio sanitaria, oggi penalizzante; prevedere un’indennità infermieristica per il lavoro con le persone fragili, disabili, croniche del settore socio-sanitario; istituire un corso di alta formazione regionale per infermieri delle strutture socio sanitarie; istituire il livello di coordinamento infermieristico in ogni struttura, urgente, al fine di sviluppare modelli gestionali professionalizzanti e posti in sicurezza; istituire il medico referente clinico – scientifico di ogni Rsa, mettendo fine ai molteplici disagi degli ospiti e dei professionisti». Indicate da Opi Firenze – Pistoia anche altre proposte da ponderare: «la revisione della figura dell’operatore socio sanitario con formazione complementare. Il corso dovrebbe essere ristrutturato in moduli non variando la norma del 2003 ma attualizzandola».

A rischio 6mila posti in Rsa della Toscana, l’allarme di Federsolidarietà: «Mancano infermieri, è emergenza»

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