ferroviePosti di lavoro e peso nella rete ferroviaria italiana. E’ quello che la Toscana sta progressivamente perdendo nel processo di riorganizzazione di Trenitalia: solo per gli impianti della ‘lunga percorrenza’ sono 90 i posti di lavoro persi tra Firenze e Pisa e altre decine potrebbero perdersi a partire da settembre nei due impianti. A denunciare il rischio è la Fit-Cisl Toscana. «Gli impianti ‘Equipaggi DPLH’ di Firenze e Pisa (servizi a lunga percorrenza del servizio universale, Intercity) – spiega Franco Fratini, della segreteria regionale Fit – contano complessivamente circa 300 addetti fra macchinisti, capitreno e personale a terra e sono fra i più professionalmente preparati e fra i più giovani del panorama nazionale della Divisione passeggeri lunga percorrenza. Ciò nonostante negli anni passati questi impianti sono stati declassati ed associati alle strutture di altre regioni (Firenze Santa Maria Novella con Roma e Pisa con Genova), diventandone dei presidi satellite».

«Ora in atto nuova fase di riorganizzazione aziendale» Una situazione che secondo Fratini ha portato, ad esempio, «all’esclusione del personale degli impianti toscani dai servizi AV», assegnandoli a Milano, Bologna e Roma, e generando, talvolta, anche un aumento dei costi di gestione «come nel caso dei servizi di ‘Riserva Calda AV’ (ovvero i treni sempre pronti a partire in caso di necessità) svolti a Firenze Campo Marte e Firenze Statuto da personale di Roma e Bologna», spiega il segretario. «Ora – conclude Fratini – ci troviamo nuovamente in una fase di riorganizzazione aziendale del segmento di trasporto della ‘lunga percorrenza’ (Freccia Rossa, Freccia Argento, Freccia Bianca) e del Servizio Universale: la Toscana perderebbe ulteriormente lavoro e professionalità, diverse decine di posti di lavoro, che sarebbero dirottati da Firenze su Bologna e da Pisa su Genova».

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