Foto pagina Facebook Eugenio Giani

«La festa della Toscana è una celebrazione che ci ricorda che nel 1786 il Granducato di Toscana fu il primo stato al mondo ad abolire formalmente la pena di morte e la pratica della tortura, un primato di straordinario significato non solo per l’Italia ma per l’intera civiltà giuridica europea». Così David Sassoli, presidente del Parlamento europeo in un videomessaggio al Consiglio regionale in occasione della seduta solenne per la Festa della Toscana. «Nel celebrare l’identità e l’orgoglio di questa regione che affonda le sue radici nella libertà comunale – ha proseguito Sassoli -, nei principi dell’umanesimo, siamo tutti chiamati a riflettere sui nostri valori comuni, sulla giustizia, sulla pace, sul diritto alla vita, sui diritti fondamentali della persona. Rafforzare la sensibilità rispetto alla pena di morte – ha aggiunto – certo costituisce anche oggi nel nostro contesto contemporaneo un dovere morale, un impegno culturale irrinunciabile. Come sapete le istituzioni europee, in particolare il Parlamento europeo sono da sempre in prima linea perché non ci può essere Europa senza la dignità delle persone, il riconoscimento giuridico del suo valore. Rispetto a questo tema non possiamo restare indifferenti. Le esecuzioni capitali rappresentano un fallimento dello stato di diritto perché sono irrevocabili, e come spesso dimostrato possono essere anche inflitte ad innocenti. Ma soprattutto – ha concluso Sassoli – è la storia che ci insegna che questa sanzione non costituisce un valido deterrente contro i crimini ma piuttosto finisce per svalutare il valore della vita che invece rappresenta la premessa per favorire i rapporti tra gli Stati e le relazioni sociali».

Il governatore Giani: «Stop pena morte messaggio attuale» «La nostra non è una rievocazione storica – ha detto il governatore Eugenio Giani nel suo intervento in Consiglio -, si cala in un’iniziativa che è quanto mai attuale. In un pianeta dove vivono 7 miliardi di persone 3,5 miliardi, la metà del nostro pianeta, vive con ordinamenti che hanno ancora la pena di morte: negli Stati Uniti, in India, in Cina, in Iran. Il nostro è un messaggio verso quella metà del mondo che ha ancora la pena di morte come massima sanzione del loro ordinamento penale. Non è una rievocazione storica, ma un messaggio quanto mai attuale».. Giani ha poi ricordato la storia di «Gregory Summers morto nel braccio della morte che scrisse al presidente degli Stati Uniti a cui chiese di essere sepolto nel primo Paese che ha abolito la pena di morte e questo suo gesto portò il presidente degli Stati Uniti ad acconsentire al trasferimento della salma in quello che è il cimitero del nostro comune, Cascina, che ospita questa persona. Siamo diventati un riferimento nel mondo per questa scelta e questo impegno».

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