Tornano le Giornate Fai d’Autunno, mille aperture a contributo libero in 400 città in tutta Italia, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre. L’edizione 2020 è dedicata a Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio. Prendere parte alle Giornate FAI d’Autunno 2020 vuol dire non solo godere della bellezza che pervade ogni angolo del nostro Paese e “toccare con mano” ciò che la Fondazione fa per la sua tutela e valorizzazione; vuol dire soprattutto sostenere la missione del FAI in un momento particolarmente delicato. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3 euro – e potranno anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.

Gli appuntamenti in provincia di Siena La Delegazione FAI di Siena parteciperà alle Giornate FAI d’Autunno in entrambi i weekend di sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre, proponendo tre siti che insistono sull’identità culturale, storica e ambientale del nostro Paese e in particolare della nostra provincia di Siena: saranno visitabili a Siena la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, a Poggibonsi il Santuario di Romituzzo e a Pienza la maestosa Quercia delle Checche.

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli in Valli fu realizzata a metà del Quattrocento dagli agostiniani di Lecceto. Alla fine del Settecento essa fu affidata alla Compagnia laicale della Madonna delle Nevi, fondata nel 1486, e tutt’ora esistente. La chiesa, a croce latina, ha un aspetto piuttosto imponente, soprattutto nella parte absidale, con una cupola nascosta e protetta dal tiburio. Le caratteristiche rimandano all’architettura gotica, ma in facciata spicca un portale di pieno gusto rinascimentale che evidenzia l’influenza, soprattutto nell’interno, delle opere di Francesco di Giorgio Martini. All’interno sono presenti molte opere a stucco riconducibili all’attività della bottega dei Mazzuoli e pitture di Galgano Perpignani. Sull’altare maggiore spicca la tavola di Raffaellino del Garbo, firmata e datata 1502 e raffigurante la Madonna con il Bambino fra i Santi Girolamo, Maddalena, Giovanni Evangelista e Agostino.

Il Santuario di Romituzzo si trova percorrendo la Cassia, alla periferia sud di Poggibonsi. Questo nome derivò dal romitaggio che alcune donne avevano stabilito in quel luogo, allora solitario, già all’inizio del 1300. La leggenda vuole che l’immagine della Vergine di Romituzzo fosse stata scoperta, nel 1300, sotto un cumulo di neve da un contadino attratto dai lamenti da esso provenienti. Sembra che il masso su cui era raffigurata la Madonna, inizialmente spostato al lato della strada, ritornasse nel luogo in cui era stato trovato. L’interno della chiesa è dominato dalla presenza degli ex voto. Circa 5000 sono in carta pressata e rappresentano varie parti del corpo umano, altri invece, circa 90, sono rappresentati da graziose tavolette dipinte. Questi segni tangibili di una fede ingenua, ma sincera, rappresentano la più bella espressione di religiosità popolare di Poggibonsi dal 1400 ad oggi.

La Quercia delle Checche è una meravigliosa quercia solitaria (Quercus pubescens – Fagaceae: roverella) nel territorio di Pienza, nel cuore della Val d’Orcia. La storia della Quercia delle Checche ha inizio circa 370 anni fa. Nel 1600 la piana dell’Orcia era un bosco di querce; il primo intervento dell’uomo è da collocare tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento quando fu deciso il disboscamento per la realizzazione del tratto della ferrovia Firenze – Roma. Solo poche piante vennero salvate e tra queste anche la “nostra” Quercia che riuscì a salvarsi anche alcuni decenni dopo quando venne realizzata “la strada della Val d’Orcia” nell’ambito del progetto di bonifica agraria. L’ultimo salvataggio si deve, agli inizi degli anni ’50, al marchese Antonio Origo che fece intervenire il Prefetto per evitarne il taglio. Nel 2017 la Quercia della Checche ha ottenuto il riconoscimento di primo Monumento Verde d’Italia, un’opera della natura da tutelare e proteggere al pari dei monumenti e delle opere degli uomini.

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