Eligio Crocetti

CASTELFIORENTINO – «Mi sento abbandonato, mi sento come quello che è stato sacrificato per la gloria di qualche altro che ha preso soldi non correttamente». Sono amarezza e sconforto a emergere nelle parole di Eligio Crocetti, imprenditore agricolo di Castelfiorentino che svolge la sua attività proprio a ridosso di quel V lotto della Sr429 finito agli onori della cronaca per l’inchiesta della Dda di Firenze sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana.

«Dopo i lavori hanno riportato terra diversa da quella che avevano prelevato»

Un’azienda che produce uva da vino e cereali cui «un terreno è stato espropriato dalla Provincia di Firenze per la realizzazione di una galleria prima a cielo aperto e poi interrata – spiega Crocetti ad agenziaimpress.it –. Nel corso dei lavori hanno fatto prima il frazionamento e poi hanno interrato la galleria con terreni diversi da quelli che c’erano prima  e che sono serviti per fare i rilevati (cumuli di terra sulla cui sommità corre il piano stradale quando è più alto del piano di campagna, ndr). Io faccio il contadino, non il chimico, quindi non so se la terra che hanno riportato è migliore o peggiore».

«Nessun ricorso contro l’esproprio purché venisse fatto un servizio pubblico»

Una situazione a cui al danno si aggiunge la beffa: «Il ripristino dei terreni non è mai stato fatto per problemi con la ditta che se ne stava occupando – aggiunge Crocetti – e mi è stato detto che se volevo fare il ripristino dovevo farlo a mie spese. E così ho fatto. E pensare che da tutto questo non ho guadagnato niente perché ho scelto di non fare ricorso contro l’esproprio purché venisse fatto un servizio pubblico, che servisse a tutti».

«Pensavo che lo Stato, la Regione Toscana ci tutelassero»

Una notizia, quella di terreni che potrebbero contenere sostanze velenose, che è piombata nella casa del signor Crocetti come un fulmine a ciel sereno: «In tutti questi anni non potevo pensare che sotto la strada ci fossero sostanze pericolose, chi ci va a pensare? Molto spesso vedevo gente con le auto della Provincia seguire i lavori e pensavo che lo Stato, la Regione Toscana ci tutelasse. Non si dà un lavoro così senza poi impegnarsi a seguire che venga fatto in un certo modo».

Problemi anche per i terreni del senese vicino l’Elsa

Ad oggi, a quasi una settimana dalla notizia dell’inchiesta, nessuno si è fatto vivo con Crocetti: «Mi hanno detto che sarebbe venuta l’Arpat per fare dei carotaggi sul terreno, e io sto aspettando ma nessuno mi ha chiamato» spiega l’agricoltore che rivela più di un timore per le sue coltivazioni: «Per la mia azienda il problema potrebbe verificarsi nella zona a valle, tra le due gallerie dove c’è lo sgrondo dell’acqua che scorre nel sottosuolo e scende giù nella falda dell’acqua. Può darsi che nel prossimo futuro, se ci sono veleni nella terra, li ritroveremo nell’acqua». Un problema che potrebbe interessare molti terreni presenti a Castelfiorentino e non solo. «Nella mia zona tutta la vallata è interessata perché c’è un fiumiciattolo, il Riomorto, che sfocia nell’Elsa. E in più il rilevato della strada corre nello stesso piano dell’Elsa, a monte, e poi la valle. Quindi a causa delle infiltrazioni, se veleno c’è, in Elsa finisce, e anche nella sua falda. E non solo a Castelfiorentino ma anche nella Valdelsa senese».

«Aspetto di capire le decisioni del sindacato per capire come tutelarmi»

Considerata la situazione e il concreto pericolo di veder messo a rischio il proprio fatturato Crocetti si è rivolto al sindacato insieme agli altri proprietari di terreni: «Il sindacato ha detto che dobbiamo organizzarci, aspetto di capire cosa propone e cosa si può fare perché fare formica contro Golia non si può». Un tempo era Davide, ma in una situazione tanto abnorme e allo stesso tempo grottesca, gli onesti agricoltori si sentono proprio piccoli come formiche. E, laboriosi, sperano di non vedere una vita di sacrifici spazzata via da meri interessi economici e politici.

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