concordia_14.jpgSi allontana sempre di più dall’Italia lo smaltimento del relitto della Costa Concordia. E’ quanto lascia intendere il capo della Protezione Civile, Franco Grabrielli, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera sulla rimozione del relitto. «Allo stato c’é una soluzione italiana e una turca» ha detto. La Turchia ha presentato l’offerta più conveniente 40 milioni di dollari a fronte di una richiesta di 200 milioni, «fuori mercato» da parte di Civitavecchia. «Nel mezzo ci sono le soluzioni Piombino e Genova» ma «il problema di Piombino è che non ha il bacino» ha spiegato Gabrielli mentre «Genova ha il rischio del traino: la distanza tra il Giglio e Piombino si copre in un giorno, quello tra il Giglio e Genova in 5. A Civitavecchia – ha quindi osservato – le strutture portuali sarebbero migliori di Piombino, ma il costo presentato è assolutamente fuori mercato, il doppio delle altre soluzioni italiane».

Il sindaco del Giglio: «Noi fin troppo pazienti, ora chiarezza una volta per tutte» «E’ bene ribadire che solo i gigliesi, che sopportano ormai da due anni il peso di questa drammatica tragedia, possono realmente capire quanto la nostra isola sia stata messa a dura prova. L’impatto sociale, economico e di sostenibilità ambientale oggi è massimale e sta raggiungendo livelli non più sopportabili». A sottolinearlo all’Ansa il sindaco di Isola del Giglio Sergio Ortelli. «Tutta questa grande incertezza che regna sui tempi, sulle modalità di rimozione e sul porto di destinazione – ha concluso il sindaco – non fa altro che aggiungere ulteriori danni ad evidenti danni già riscontrati. Noi siamo stati fin troppo pazienti ma adesso è arrivato il momento di fare chiarezza una volta per tutte»

Il “no” del Ministro dell’ambiente: «La Concordia va smantellata in Italia» Tra i fermi oppositori alla soluzione turca il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti che interpellato dall’Ansa ha detto: «La Concordia deve essere smantellata in Italia. Dalla tragedia, avvenuta nei nostri mari con danni ambientali e vittime, devono esserci opportunità economiche per il nostro Paese. Ribadisco il concetto: la Concordia deve essere smantellata in Italia – osserva Galletti – La tragedia e’ avvenuta nel nostro mare, abbiamo avuto vittime, danni ambientali ed economici. Ora – conclude il ministro – è giusto che si chiuda il cerchio: dallo smaltimento della Concordia devono nascere per l’Italia opportunità economiche e posti di lavoro».

L’ironia del presidente della Toscana su Fb «Gabrielli ci dice che l’offerta migliore per smantellare la Concordia è quella della Turchia che chiede 40 milioni di euro contro gli 80 di Piombino. Certo, se le smantellano così …». E’ quanto scrive sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.«Prioritaria è la valutazione di impatto ambientale dello spostamento della Concordia. Dobbiamo quindi valutare bene il progetto che ci verrà presentato. Smantellare la nave in Turchia, ci ha detto Gabrielli, costa meno ma la Turchia è lontana e, almeno da quello che si sa, smantellano le navi non proprio nel rispetto dell’ambiente»  ha poi aggiunto Rossi. «Noi abbiamo il compito di completare questa operazione nel modo migliore, il che significa che la rottamazione della nave deve avvenire nel rispetto sia l’ambiente che i diritti dei lavoratori. Se la Turchia ci fa correre questi rischi la soluzione non può che essere quella di un porto italiano, o Piombino o Genova. Se noi siamo pronti per quando la nave sarà spostata – ha osservato il presidente della Toscana – la soluzione deve essere Piombino, per una ragione di buon senso: si può raggiungere in sole 5 ore di navigazione, mentre per Genova occorrono 5 giorni. E il porto di Piombino, ho fatto una verifica sui lavori anche ieri, sarà in condizioni di ospitare la Concordia a partire da settembre. Come presidente della Toscana sostengo che la nave debba essere rimossa dal Giglio appena possibile (ma evitando di intrecciarsi con il clou della stagione turistica), e che venga smantellata in Italia, e, se il porto sarà pronto, a Piombino».

Realacci: «Rimozione è un’occasione che Italia non può perdere» Contrario anche il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci: «Dopo la tragedia, la rimozione e lo smantellamento della Concordia sia occasione per avviare una filiera italiana di eco-smantellamento delle navi. Nella tragedia della Costa Concordia e nelle azioni che ne sono seguite sono emerse due Italie – osserva Realacci – Una sbruffona, inaffidabile, irresponsabile simboleggiata dal comandante Schettino e un’altra rappresentata dall’impegno solidale nei soccorsi dei cittadini del Giglio e dopo dall’eccellente azione di messa in sicurezza del relitto». In questa operazione «difficile e per certi aspetti mai tentata, sotto la regia della Protezione civile, abbiamo dato prova di efficienza e le imprese italiane hanno mostrato il meglio delle loro capacità tecnologiche. Un successo questo che, dopo la tragedia, ha contribuito a riscattare, almeno in parte, il Paese e a restituire onore all’Italia. Positiva poi la conferma che tutti i costi legati alle operazioni di recupero e rimozione del Concordia, attestatisi ad oggi sulla cifra di 1,1 miliardi di dollari, siano a carico della Costa – rileva Realacci – Importante che sia operativo un monitoraggio ambientale continuo che ha dato risultati confortanti. Si tratta ora di portare a compimento questa difficile opera garantendo la massima sicurezza per l’ambiente e utilizzando questa occasione per avviare una filiera per lo smantellamento e il recupero delle grandi navi, partendo appunto dalla demolizione della Concordia in un porto italiano. Saremmo tra i primi in Europa ad attrezzarci per questo, anticipando le normative europee che presto porranno fine allo scandalo di viaggi verso siti, soprattutto in Asia meridionale, dove lo smantellamento avviene senza garanzie ne’ per l’ambiente, ne’ per la sicurezza dei lavoratori. E’ un’occasione che l’Italia non può perdere».

Dalla Norvegia l’offerta più bassa, «ma non sostenibile per la distanza» La soluzione turca presuppone l’utilizzo del vanguard, quella italiana del traino: «Noi – ha detto Gabrielli – ci aspettiamo non solo l’indicazione di una soluzione ma una corposa documentazione che illustri i rischi e le problematiche legate a ciascuna delle due soluzioni». Dei 30 porti sondati dalla società londinese che ha selezionato anche i consorzi per il raddrizzamento della nave della Costa 13 hanno presentato offerte, ha spiegato, «quattro sono porti italiani: Piombino, Civitavecchia, Genova e Palermo. Ci sono poi la Turchia, la Gran Bretagna, la Norvegia, l’offerta più bassa è quella norvegese, non sostenibile per la distanza».

I primi giorni di maggio decisivi per la scelta del porto La decisone sulla scelta del porto e lo smaltimento del relitto della Concordia «dovrà essere ragionata. Nel prossimo incontro, dopo Pasqua, chiediamo che la parte privata si presenti con una corposa documentazione, in modo che le autorità siano in grado nei primi giorni di maggio di risolvere questa questione. La risoluzione non solo rasserenerà gli animi ma darà indicazioni sul proseguo delle operazioni. Il tema del porto di destinazione – aveva premesso Gabrielli – è una cosa che vedrà attori il ministero dell’Ambiente, quello delle Infrastrutture e la Regione Toscana». «Noi auspichiamo che sia un porto italiano anche perché ricordo che dobbiamo ancora trovare un corpo. E’ vero però – ha poi aggiunto – che il prezzo lo deve pagare la Costa, che è sempre una società privata, che può andare a gambe all’aria. I costi a carico dell’armatore sono stati fin’ora – ha rilevato Gabrielli – 1,1 miliardi».

No date certe per la rimozione «ma prima possibile» Impossibile, intanto, per Gabrielli stabilire delle date certe per la rimozione «ma faremo il prima possibile» anche perché «a causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le strutture del relitto della Concordia la dilazione temporale viene vissuta non solo da me, ma anche dai tecnici, con grande apprensione».

 

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