gdf_auto_ufs--400x300.jpgI finanzieri di Pisa hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare (2 in carcere e 3 domiciliari), nei confronti di cittadini cinesi residenti a Firenze, appartenenti ad una associazione a delinquere finalizzata alla illecita introduzione nel territorio dello Stato, alla fabbricazione e vendita di prodotti di pelletteria, borse e scarpe recanti marchi contraffatti, delle più note case della moda (Armani, Gucci, Louis Vuitton, Nike, Fendi, Burberry’s, D&G, Hogan, Prada, Adidas). Sono stati, inoltre, notificati 3 obblighi di firma nei confronti di altrettanti commercianti senegalesi, residenti a Pisa, indagati per ricettazione e rivendita, su larga scala, di merci contraffatte. Contemporaneamente sono stati eseguiti sequestri di 5 automezzi e conti correnti per un valore di 72mila euro, in quanto ricchezze sproporzionate rispetto ai redditi ufficiali. 

Indagini durate oltre due anni E’ questo l’epilogo di una complessa indagine condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Pisa, per più di due anni nell’area a ridosso della superstrada Firenze-Pisa-Livorno (FI.PI.LI.), zona nella quale operava l’associazione di contraffattori cinesi, spostandosi continuamente da un capannone all’altro dell’area industriale da dove alimentava la rete di rivenditori senegalesi costituenti il secondo anello della catena del falso. All’inizio l’operazione è nata da uno dei tanti sequestri fatti a Pisa, nei confronti di due ambulanti cinesi che vendevano 187 borse contraffatte. 

Un mercato clandestino in tutta Italia Da lì gli accertamenti si sono via via allargati a macchia d’olio, risalendo ai canali di rifornimento dei traffici mediante pedinamenti e scorte occulte. A quel punto, il Pubblico Ministero della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze Tommaso Coletta ha disposto l’effettuazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali nei confronti dei principali indagati, rivelatesi fondamentali per infiltrarsi nell’organizzazione ed intervenire in tempo reale, a più riprese, in 2 laboratori clandestini a Firenze e Vinci (Fi), nonché 4 depositi di stoccaggio individuati a Firenze, Empoli, Santa Croce sull’Arno (Pi) e Bologna, ove sono stati sequestrati complessivamente 137 macchinari industriali, (macchine da cucire, banchi da taglio, fustellatrici, punzonatrici, ecc), 40.410 calzature, 41.403 borse, 21.998 portafogli, 3.257 cinture, 37 rotoli di pelle e stoffa, 21.500 metri di tessuto, 96 fogli di cuoio, 30 flaconi di tintura per pelli e 208.323 fibbie e accessori metallici. Sono 56 i venditori ambulanti (in massima parte senegalesi), scoperti all’atto di rifornirsi delle mercanzie “taroccate” per poi rivenderle sulle piazze di Firenze, Pisa, Prato, Bologna, Parma e Milano.

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