PISA – La geotermia toscana è una risorsa rinnovabile e a zero emissioni di gas serra. Lo rivelano due studi coordinati dai professori Alessandro Sbrana e Paola Marianelli del dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Pisa e pubblicati sulle riviste “Energies” e “Journal of Volcanology and Geothermal Research”.

Le ricerche, presentate in un workshop organizzato da Enel Green Power, hanno riguardato le zone di Larderello (Pisa) e del Monte Amiata (Grosseto) dove si trovano buona parte degli impianti geotermici toscani. «Abbiamo ricostruito le emissioni di Co2 precedente alla produzione geotermoelettrica – spiega Sbrana – e dai dati appare evidente che le emissioni delle centrali geotermoelettriche abbiano sostituito quelle naturali. La riduzione delle emissioni naturali, che segue l’entrata in esercizio di una centrale geotermoelettrica, è infatti del tutto equivalente alle emissioni della centrale stessa, quindi l’impatto netto è nullo».

34 centrali in Toscana

La geotermia toscana conta attualmente 34 centrali gestite da Enel Green Power e con i suoi 6 miliardi di KWh prodotti ogni anno soddisfa il 34% circa del fabbisogno elettrico regionale e rappresenta il 70% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. «Lo sviluppo della geotermia – conclude Sbrana – può contribuire al contenimento delle emissioni e aiutare la transizione ecologica, perché è una ricchezza anche dal punto di vista termico per l’utilizzo del calore che fornisce riscaldamento ed acqua calda a case, negozi, aziende artigianali e agricole».

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