SIENA – La Giuditta/Medusa, due lati della stessa medaglia, due parti dello stesso quadro illuminate dalla luce di Caravaggio, chiude il ciclo delle nuove produzioni d’opera di Chigiana International Festival 2025 ‘Derive’, il 27 agosto, ore 21,15, al Teatro dei Rinnovati di Siena.
L’allestimento, in esclusiva, prima rappresentazione italiana, è costruito nella forma di un dittico scenico che accosta La Giuditta di Alessandro Scarlatti (1660-1725), alla prima italiana di Medusa, nuova opera commissionata al compositore francese Yann Robin, fra i più originali della scena contemporanea, libretto di Elisabeth Gutjahr.
«Se Giuditta parla da un tempo lontano, Medusa dal futuro del mito – spiega Nicola Sani, direttore artistico Accademia Chigiana -. In scena, due opere profondamente diverse si intrecciano in un’esperienza teatrale unica; attraversa i secoli e li mette in comunicazione. Al centro, La Giuditta di Alessandro Scarlatti, oratorio barocco di grande intensità, proposto nel 300° anniversario della morte del compositore. È la storia di una donna coraggiosa che, affrontando il tiranno Oloferne, salva il suo popolo: simbolo di forza femminile che risuona nel nostro tempo. Attorno a questa opera si costruisce Medusa di Yann Robin, nuova creazione per questo progetto. L’opera contemporanea funziona come cornice: prologo e epilogo che abbracciano e rileggono l’oratorio barocco. Non si tratta solo di un confronto tra antico e moderno, ma di un dialogo tra linguaggi artistici e temporali».
Firma la regia Florentine Klepper, luci di Conny Zenk, costumi di Lena Matterne; drammaturgia di Armela Madreiter. La nuova produzione dell’Accademia Chigiana nasce dalla collaborazione con i Dipartimenti di Musica Antica, Opera e Teatro musicale del Mozarteum di Salisburgo, con cui si rinnova la felice sinergia; contributo Accademia di Belle Arti di Brera.
L’allestimento de La Giuditta, oratorio in due parti di Alessandro Scarlatti, versione ‘di Cambridge’, dove è conservato il manoscritto della partitura nella Rowe Music Library del King’s College, su testo di Antonio Ottoboni, vede protagonista il soprano Anastasia Fedorenko nella bella e ricca vedova della città di Betulia, accompagnata da Sveva Pia Laterza mezzosoprano nel ruolo della nutrice; da Lucas Pellbäck tenore nel ruolo di Oloferne. Partitura strumentale della rinomata Barockorchester der Universität Mozarteum, diretta dal virtuoso della viola da gamba Vittorio Ghielmi.
La scena si trasforma con Medusa del compositore Yann Robin, libretto di Elisabeth Gutjahr. In questa rilettura intensa, Sveva Pia Laterza mezzosoprano veste i panni di Fillide, Dominik Schumertl basso quelli di Caravaggio; Anastasia Fedorenko soprano dà voce all’enigmatico Angelus Novus, il cui sguardo rivolto indietro alla storia commenta con un lampo di terrore la sua marcia verso il futuro, secondo l’interpretazione di Walter Benjamin dell’omonimo quadro di Paul Klee. L’esecuzione della partitura strumentale è affidata all’ARCo Ensemble, guidato da Kai Röhrig, direttore del nuovo Ensemble per la musica contemporanea.