SIENA – La fotografa senese Luciana Petti è la vincitrice del premio “Miglior autore” al concorso “Il cantico delle creature”, dedicato al VIII centenario dello scritto di San Francesco d’Assisi. Al contest, organizzato da Trieste Photo Days, hanno partecipato oltre 650 fotografi con più 5 mila immagini da tutto il mondo.
“Terra di mezzo”, questo il nome del progetto di Petti, racconta la realtà del cimitero abitato di Manila, nelle Filippine: un luogo dove la morte incontra la vita, quella delle decine di famiglie e animali domestici che vivono all’interno del cimitero. Un ossimoro che in realtà è una coesistenza significante, in cui la morte dà valore alla vita: la povertà a Manila è estrema, chi vive nel cimitero e non in una delle numerose bidonville è una sorta di privilegiato.
“Terra di mezzo” è un luogo di passaggio. “Il cimitero, di solito, è il termine.” commenta Petti. “In questo caso diventa la vita sulla morte, una realtà parallela”.
“Sora nostra morte corporale: la morte, raramente rappresentata, come sfida fotografica per riflettere sul suo significato.” è stato il verso e il tema del Cantico scelto da Luciana Petti, quello che più ha rispecchiato il suo lavoro a Manila. Le opere dovevano “mettere in mostra la bellezza e le virtù della creazione, ma anche affrontare le ferite causate dall’intervento umano”. E sono proprio questi i temi che Petti ha saputo trattare con sensibilità, senza uno sguardo pietistico, piuttosto raccontando una realtà sorprendente (soprattutto a occhi europei).
“Mi piace sempre seguire delle situazioni che trattano temi sociali.” continua Petti. “Nel 2017 ho conosciuto l’Associazione Perla Onlus, che si occupa in particolare di aiutare le comunità delle Filippine. Gli ho chiesto quando sarebbero partiti per il loro prossimo viaggio e mi sono aggregata. Sono stata ospitata da un convento di suore e le ho seguite nelle loro attività quotidiane. Un giorno ci hanno portato in questo cimitero, per dare del cibo ad alcune delle famiglie che abitavano là. Sono rimasta molto stupita da questa realtà e avevo solo tre ore di tempo per raccontarla. Non potevo tornarci da sola perché è un luogo che di notte diventa pericoloso, mentre se accompagnata dalle suore venivo accettata subito.”
C’è una foto in particolare che secondo Luciana Petti racchiude al meglio il cuore del suo lavoro: quella di un bambino che, timido e orgoglioso al tempo stesso, se ne sta in un angolo della sua camera da letto. “Un bambino che era appena tornato da scuola mi ha preso per mano e mi ha portato a vedere la sua cameretta, come farebbe un qualsiasi bambino.” ricorda Petti. “Mi ha portato in una stanza all’apparenza normalissima, se non per i loculi che troneggiavano sopra al suo letto. Probabilmente la sua mamma aveva cercato di renderla il più accogliente possibile, e il bimbo ne era orgoglioso.”
Ha vinto “la qualità, la sensibilità e la coerenza con lo spirito francescano” delle fotografie di Petti. Gli autori dovevano infatti basare i propri lavori “sui valori universali del Cantico, l’armonia tra uomo e natura, il senso del sacro nel quotidiano, la gratitudine verso la creazione”. Il contest era organizzato da Trieste Photo Days con l’organizzazione de l’Ordine dei Frati Minori – Fondazione OFM Fraternitas, la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum, GPIC Frati Minori d’Italia e Albania e con la co-organizzazione del Comune di Assisi.