«Dal 25 aprile al 21 maggio prossimi la ‘Sala Bianca’ di Palazzo Pitti sarà la casa di tre splendidi arazzi che fanno parte di una mostra che diventerà con il tempo anche museo. E’ la volontà di far conoscere questa meravigliosa forma di espressione artistica e di anticipare quella che sarà un vero e proprio percorso museale che avrà il suo luogo di esposizione nel rondo’ meridionale di Palazzo Pitti, lì dove ora c’è il parcheggio delle carrozze. Quando queste saranno trasferite nel museo delle carrozze, al Rondo’ di Bacco, avremo lo spazio per esporre, a rotazione, gli arazzi piu’ importanti della collezione fiorentina che è veramente una delle collezione piu’ importanti del mondo degli arazzi storici». Il direttore del museo degli Uffizi, Eike Schmidt, ha presentato così alla stampa questa mattina a Firenze una nuova mostra che fara’ da polo attrattivo per appassionati del mondo dell’arte e turisti fin dalla giornata di domani, provando ad approfittare sia del ponte del 25 aprile che di quello successivo del 1 maggio.

Anteprima della mostra Creazioni della manifattura medicea, di quella fiamminga di Bruxelles e di quella francese dei Gobelins, i tre arazzi esposti in mostra in Sala Bianca sono stati così selezionati in rappresentanza dei tre nuclei portanti della collezione fiorentina di arazzi appartenente alle Gallerie degli Uffizi, che conta 950 esemplari. In attesa dell’apertura del museo dedicato a questa collezione, la mostra costituisce un richiamo a un articolato e ampio patrimonio di opere che sapeva unire alla monumentalità decorativa il pregio di una tecnica tanto preziosa quanto fragile. Motivi conservativi ne impongono quindi una esposizione per singoli pezzi o piccoli nuclei e per periodi limitati, corrispondendo a una buona pratica d’uso storico che prevedeva il dispiegamento degli arazzi per stagioni circoscritte e specifiche occasioni, alternato al loro ricovero negli spazi destinati a magazzino dalla Guardaroba Granducale. Questo è ciò che accade ancora oggi e nella fase apparentemente silente e di assenza le opere sono in realtà oggetto di monitoraggio, manutenzione programmata a rotazione e restauro, operazione complesse e impegnative, anche da un punto di vista economico, effettuate con la collaborazione di maestranze specializzate per competenza e attrezzature. Se i ‘panni’ conservati in depositi confinati e protetti rappresentano la maggior parte della collezione, nel tempo una minima percentuale di questa è confluita in allestimenti permanenti in alcuni ambienti di Palazzo Pitti che tuttavia, per le ragioni descritte, sono oscurati per quasi tutto l’anno. È questo il caso dell’Appartamento degli Arazzi, adiacente alla Sala Bianca, che nel mese di maggio sarà parzialmente aperto, in via straordinaria, al pubblico.

Schmidt: «Arazzi monumentali» «Questa mostra ha soltanto tre opere pero’ non si può definire una mostra piccola perchè questi arazzi sono monumentali – ha aggiunto Schmidt -Lo status nel ‘500, ‘600 e ‘700 faceva si che gli arazzi valessero piu’ dei quadri rinascimentali e quindi sono opere di primario valore anche artistico. I piu’ famosi artisti fiorentini e non sono solo, furono protagonisti dei cartoni e dei disegni che portano poi alla creazione di questi arazzi. La collezione degli arazzi dei Lorena e dei Medici non era inoltre composta solo da arazzi fiorentini ma dalle manifatture fra le piu’importanti di tutta l’Europa, fra cui in particolare Bruxelles e Parigi. Abbiamo scelto di esporre questi tre arazzi in ‘Sala Bianca’ perchè questa è la sala  sulla quale abbiamo puntato in chiave tessile e per il mondo della moda, anche perchè sono arazzi enormi e non abbiamo altri spazi».

La mostra Entrando nel dettaglio della mostra lesposizione nella ‘Sala Bianca’ si apre con la ‘Caccia al cinghiale con l’archibugio’, uno degli splendidi arazzi appartenente alla serie delle Cacce realizzata per la Villa di Poggio a Caiano. Il secondo arazzo di manifattura fiamminga raffigura Adamo ed Eva rimproverati da Dio dopo il peccato e appartiene alla serie delle Storie della Creazione, composta da sette esemplari. Il terzo arazzo, raffigurante L’Acqua fa parte della prima edizione dei Quattro Elementi, con cui si inaugurò l’attività della Manifattura reale dei Gobelins, creata nel 1662 da Jean-Baptiste Colbert, che ne aveva affidato la direzione artistica a Charles Le Brun. La serie, già in lavorazione dal 1664, fu donata nell’agosto 1669 da Luigi XIV al futuro granduca di Toscana Cosimo III, in visita a Parigi. La mostra dei tre arazzi in ‘Sala Bianca’ a Palazzo Pitti, promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei, è curata da Lucia Meoni e coordinata da Alessandra Griffo.

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