Con un giorno d’anticipo sulla scadenza dell’esclusiva che la Banca Popolare di Vicenza aveva per presentare un’offerta di integrazione con la Banca dell’Etruria e del Lazio, l’istituto veneto ha annunciato la propria disponibilità a lanciare un’OPA sulla banca aretina a 1 euro per azione. L’operazione è subordinata all’accettazione del CdA della Popolare di Arezzo che ha due settimane di tempo per decidere. «L’offerta – spiega una nota dell’istituto vicentino – integra un premio implicito del 25,8% rispetto al prezzo ufficiale di Borsa del 27 maggio che era pari a 0,7949 euro».

Le reazioni dei mercati La risposta del mercato arriva in tempo reale, il titolo di Banca Popolare dell’Etruria balza di circa il 20% per direzionarsi proprio verso il prezzo d’acquisto indicato. L’OPA ha due condizioni poco digeribili qui ad Arezzo: sarà considerata di successo se il numero delle azioni apportate consentirà una partecipazione superiore al 90% del capitale sociale ordinario e comporterà la trasformazione della Bpel da società cooperativa in società per azioni.

il sindaco di arezzo_giuseppe fanfaniLa banca non si tocca E se i vertici appena rinnovati di Banca Etruria, il presidente Lorenzo Rosi e i vice Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, non hanno ancora commentato, arriva la prima dichiarazione a caldo del sindaco Giuseppe Fanfani: «Banca Etruria non si tocca. Non può diventare una filiale della Banca Popolare di Vicenza: sarebbe un danno irreparabile per la nostra economia. Ho sempre seguito con estrema attenzione l’evolversi della situazione della banca e la prospettiva di una sua integrazione con un altro istituto di credito. Nei miei colloqui con i vertici dell’istituto ho costantemente evidenziato, pur nel pieno rispetto delle ragioni d’impresa, il fortissimo interesse della città e della provincia di Arezzo a che la banca mantenesse comunque un forte radicamento territoriale. Non solo in relazione alla storia, sua e della città, ma soprattutto in relazione al fatto che ogni seria e credibile strategia di sviluppo non può prescindere dalla presenza e dall’attenzione del sistema creditizio. Banca Etruria ha fatto la storia di Arezzo e, a mio parere, può e deve essere parte integrante e irrinunciabile del suo futuro».

Nuovi orizzonti E se il primo cittadino rivendica la aretinità della banca da Vicenza arrivano le prime indicazioni su come cambierebbero le cose sotto il profilo industriale e di governance in caso di successo dell’operazione.  «L’integrazione tra i due gruppi – ha spiegato il gruppo – si porrebbe in una logica di valorizzazione delle professionalità e delle specificità locali di Bpel nonché di attenzione alla sua base sociale. In particolare: Bpel rappresenterebbe il principale presidio della presenza del Gruppo Bpvi nelle regioni dell’Italia centrale; l’integrazione si baserebbe sulla condivisione del principio cardine della rispettiva mission rappresentato dal caratterizzarsi quali banche del territorio e dalla logica di servizio alle economie locali, con l’obiettivo di mantenere i livelli occupazionali; saranno contemperati, attraverso adeguati strumenti di governance, l’esigenza e opportunità di avere un governo accentrato del Gruppo per il presidio dei rischi ed il conseguimento delle sinergie, con la valorizzazione delle peculiarità dei territori e del rapporto con la clientela di Bpel».

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