Su due ruote per le vie di Siena alla scoperta dei luoghi di Federigo Tozzi.  L’iniziativa in programma domenica 25 novembre è promossa dagli Amici della Bicicletta per andaare  alla ricerca di quella città dei primi anni del novecento Tozzi descrisse e immortalò nei suoi romanzi.

Il programma Il ritrovo è alle ore 9,45 nella Fortezza Medicea, mentre la fine della piccola pedalata, al termine di numerose soste, è prevista per le 12 alla “Casa Rossa” in Strada dei Cappuccini. Sarà una pedalata diversa, priva di difficoltà “tecniche” e dunque aperta a tutti, che non necessità bici o allenamento particolari. Durante le due ore di leggerissima passeggiata saranno effettuate delle soste dedicate alla lettura di alcuni passi delle opere di Federigo Tozzi.

Brani tra i pedali E’ una Siena lontana quella che emerge dai brani che saranno letti insieme, una Siena che a mala pena si rintraccia dietro alle trasformazioni lunghe un secolo, una Siena sofferta e sofferente, città aspra, spigolosa dove lo scrittore senese visse con difficoltà: “La mia anima, per aver dovuto vivere a Siena, sarà triste per sempre”. Una città dove l’Ospedale ha il colore “rosso sangue”, Fontebranda un luogo dove “ci si sente mozzare il respiro”, la Costaccia “il parapetto di un abisso”, dove “i tetti hanno la pazienza di stare lì”.Nel girovagare in bicicletta saranno attraversate piazze e strade cittadine, angoli conosciuti, “il prato a sterro, dinanzi alle prime case del Borgo” dove “i bovi e i vitelli pigliavano tutto il mezzo” e poi il gruppo uscirà dai confini della Siena murata per inoltrarsi, almeno con le letture, negli spazi più ampi della campagna circostante. E’ in questa campagna ricca “di olivi e di viti”, di “pieghe verdi di colli”, abitata da signori, mezzadri, bambini mocciosi che si concluderà la pedalata: alla ‘casa rossa’ di Poggio al Vento, Castagneto (Poggio a’ Meli in Con gli occhi chiusi), dove Federigo andrà a vivere con la famiglia dopo essersi rapidamente disfatto della trattoria paterna. “Poggio a’ Meli si trovava fuori Porta Camollia per quella strada piuttosto solitaria che dal Palazzo Diavoli va a finire poco più in là del convento di Poggio al Vento. C’è una vecchia casetta rintonacata di rosso …”.

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