FIRENZE – La Toscana dice no all’abolizione del reddito di cittadinanza. Un diniego che si pone in contrapposizione con il Decreto governativo che dal 2024 lo sostituisce con l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.

Il primo è riservato a solo a nuclei familiari con minori, persone con disabilità, over 60 e con Isee inferiore a 9.360 euro, mentre l’altro è destinato ai soggetti ‘occupabili’, cioè a chi ha tra i 18 e i 59 anni e ha Isee inferiore a 6mila. “Il Governo continua a fare la guerra ai poveri invece che alla povertà – ha detto l’assessore Serena Spinelli, che ha espresso parere contrario della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni – Dopo aver azzerato il fondo per i contributi agli affitti, continua a far cassa tagliando ancora risorse alla lotta alla povertà, proprio mentre questa continua a crescere e a minacciare un numero sempre più grande di persone”.

Il motivo del dissenso è delineato con il rischio di lasciare scoperte fasce della popolazione. “Con questo decreto – ha affermato Spinelli – si restringe la platea dei beneficiari, si riducono gli importi e, di fatto, si tagliano fuori migliaia di persone e famiglie fragili, senza preoccuparsi di come potranno andare avanti dopo, creando nuove sacche di marginalità e di esclusione, in nome di una loro presunta occupabilità sul mercato del lavoro. Una misura di contrasto alla povertà è tale se è garantita a chiunque ne abbia bisogno e fino a quando tale condizione di bisogno non sia effettivamente superata. Il Governo va nella direzione opposta, quella per cui la la povertà è una colpa e non una responsabilità collettiva, per cui le disuguaglianze sono qualcosa da accettare e non da eliminare”.

Allo stato attuale del Decreto, in Toscana già a luglio oltre 3.800 persone rischiano di restare senza sostegno. Per il 2024, poi, le stime di Irpet indicano una riduzione di oltre 26mila beneficiari, per 31 milioni euro complessivi, con effetti ancora più pesanti negli anni successivi.

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