PISA – L’uso dei social può favorire nel tempo il distacco dall’esperienza corporea”. È quanto emerge da uno studio delle Università di Pisa, Firenze e Toledo, che hanno analizzato gli effetti dell’abuso dei social in oltre 210 giovani tra i 18 e i 33 anni.
E i risultati hanno confermato che molti si sono sentiti meno in contatto con il proprio corpo: non soltanto sbalzi di umore, ma anche prestare meno attenzione alle proprie sensazioni, fino al percepirsi più distanti dalla propria esperienza fisica
Nel dettaglio, la ricerca è stata condotta su 216 studentesse e studenti universitari italiani tra i 18 e i 33 anni in due momenti, a distanza di quattro mesi, tra il 2023 e il 2024. Oltre la metà dei partecipanti ha dichiarato di trascorrere almeno due ore al giorno sui social. Instagram è risultata la piattaforma più usata, seguita da TikTok, e in misura minore da X e Reddit.
“Quello che la ricerca chiarisce per la prima volta è la direzione del legame tra dissociazione corporea e uso problematico dei social – spiega Simon Ghinassi di Unipi –. I risultati suggeriscono che non è il sentire il proprio corpo estraneo a portare a perdere il controllo sul proprio uso dei social. Succede il contrario. È l’uso compulsivo dei social cosiddetti appearance-based, per esempio Instagram, che, nel tempo, porterebbe ad un aumento del distacco dal proprio corpo”.
“Il funzionamento delle piattaforme social – basato sull’editing e la manipolazione di immagini di sé – spinge a rappresentarsi attraverso una versione modificata del proprio corpo, a identificarsi temporaneamente con un’immagine idealizzata di sé e, al tempo stesso, a guardarsi da una prospettiva esterna, come se si fosse osservatori di sé stessi. Con il tempo, questa visione in terza persona può favorire un distacco dal proprio corpo e alimentare esperienze di dissociazione” aggiunge Silvia Casale, dell’Università di Firenze.
Ma questo non è l’unico “effetto collaterale” di un uso problematico dei social. Favorire la concentrazione sui mondi immaginari a discapito di quelli reali è infatti un’altra possibile conseguenza. Si tratta di un fenomeno noto come assorbimento immaginativo: la tendenza a lasciarsi trascinare e immergersi nelle proprie fantasie portando a una ridotta consapevolezza di ciò che ci circonda. Anche in questo caso “l’antidoto”, sempre secondo lo studio, è promuovere un uso più consapevole dei social media, considerando i possibili effetti negativi nel rapporto con le proprie esperienze corporee e con il mondo circostante.







