Monica Bietti e Niccolo Rosselli Del Turco

«Dal primo gennaio 2015, con l’entrata in vigore della Legge Franceschini e l’abolizione del Polo Museale Fiorentino, non so se saremo più in grado di garantire l’apertura del Museo di Casa Martelli». Un richiamo preoccupato, quello lanciato questa mattina da Monica Bietti, direttore del Museo delle Cappelle Medicee ma anche di quel piccolo gioiello che è la restaurata Casa Martelli in via Zannetti, che come tanti musei minori della città si sostiene anche con l’appoggio delle risorse di quelli più grandi e frequentati: Uffizi e Accademia in primo luogo. Una sinergia che negli ultimi 20 anni ha funzionato perfettamente, arricchendo la città di nuovi spazi in cui mostrare i suoi tesori e sviluppando percorsi alternativi per un turismo che non sia soltanto “mordi e fuggi”.

Reliquiario multiplo, sec. XIX, Collezione Martini
Reliquiario multiplo, sec. XIX, Collezione Martini

La mostra L’appello è emerso stamani durante la conferenza stampa di presentazione della mostra , curata da Francesca Fiorelli Malesci e aperta dal 6 dicembre all’8 marzo proprio nelle sale di Casa Martelli (il 6 ore 16-18, il 7 ore 9-18, l’8 ore 9-14; dall’11 dicembre: giovedì 14-19, venerdì 14-17, sabato 9-14, domenica I-III-V del mese ore 9-14), con un’appendice a Villa La Quiete (visibile il 6, 12, 13, 19 e 20 dicembre ore 10-18, da gennaio solo il venerdì ore 10-18).

Scatole e Diorami di manifattura tedesca, prima meta' 700, Collezione Martini
Scatole e Diorami di manifattura tedesca, prima meta’ 700, Collezione Martini

L’altra metà del cielo Una mostra sofisticata, piena di piccole cose preziose, che ha richiesto due anni di studi e di lavoro e ci aiuta a capire meglio il rapporto tra le famiglie nobiliari fiorentine e la devozione privata, interamente affidata alle donne: appunto l’altra metà del cielo. Una devozione sincera, fatta di reliquiari, ex voto, piccoli crocefissi, ritratti in miniatura e tanti oggetti minori come diorami, veli, berrette ricamate, bustine di carta in cui si conservava la polvere delle mura della Santa Casa di Loreto oppure scatole e scatolette dipinte per custodire persino i frammenti di tessuto appartenuti ai santi. O alle sante, perchè Firenze ne vantava molte: Giovanna Falconieri, la più antica, vissuta a cavallo fra XIII e XIV secolo, il cui nipote Alessio sarebbe stato fra i 7 santi fondatori della Santissima Annunziata; Caterina de’ Ricci, una cui discendente avrebbe sposato nel 1802 Niccolò Martelli; e poi la più famosa di tutte, Maria Maddalena de’ Pazzi.  Molti di questi oggetti vengono dalla Collezione Alessandro Martini, ben studiata dal giovane e appassionato Giovanni Serafini, altri dalla stessa Casa Martelli, come la “Croce” di Tiziano Aspetti della fine del ‘500, altri ancora dalla basilica della Santissima Annunziata, come l’Ostensorio di Jonas Falck, argentiere del Granduca Ferdinando I, donato da Cristina di Lorena. Ad introdurre il percorso il ritratto che Giusto Suttermans fece a Vittoria della Rovere ancora fanciulla in veste di Santa Margherita, un dipinto del 1628 ca. che voleva essere di buon auspicio per la piccola ‘sposa promessa’ di Cosimo III. Fra i molti inediti anche il commovente “Ritratto di suor Diomira Allegri” di Carlo Dolci.

Tiziano Aspetti, Croce Martelli, fine XVI sec., Museo di Casa Martelli

Porte aperte in luoghi solitamente non accessibili Da non perdere poi la sezione allestita a Villa La Quiete (via Boldrone, 2), proprietà extraurbana della famiglia Medici dove la nobile decaduta Eleonora Ramirez de Montalvo, creò nel 1650, con la protezione di Vittoria della Rovere, una congregazione laica che ospitava giovani aristocratiche che volevano vivere lontane dal mondo senza prendere i voti e al tempo stesso educava la bambine della nobiltà fiorentina, formandole alle buone maniere ma sempre con una forte impronta devozionale. La mostra ci offre la possibilità di accedere a luoghi e stanze in genere non visibili al pubblico, aperti con un percorso ad hoc in questa occasione. Anche Casa Martelli sarà visitabile con un percorso insolito fra il Salone da ballo, il Salotto Rosso, il Salotto Pucci, la Cappella e la deliziosa Sala a Boschereccio del piano terra, nata come sala da bagno in epoca neoclassica.

Il percorso turistico Sempre nel nome della “devozione” fiorentina, è nata anche l’idea di un futuro percorso turistico tra i ‘Coretti’ fiorentini, veri palchi privilegiati dai quali le famiglie nobili fiorentine assistevano alle funzioni religiose in maniera riservata e nascosta. Attraverso passaggi segreti, dai palazzi di residenza si entrava direttamente nelle chiese su cui le famiglie esercitavano il loro patronato: è così per il Corridoio Vasariano, dal quale i Medici si affacciavano in Santa Felicita, per il Palazzo della Crocetta (ora Museo Archeologico) che portava alla Santissima Annunziata, per il Palazzo Frescobaldi, col suo affaccio in Santo Spirito e per Palazzo Rosselli del Turco in Borgo SS.Apostoli, che portava alla chiesa omonima nella piazzetta del Limbo. Un’idea di Monica Bietti (la stessa Casa Martelli ha un passaggio segreto che porta in San Lorenzo) che Niccolò Rosselli del Turco ha subito accolto con favore, partecipando questa mattina alla conferenza stampa.  La mostra, diretta da Monica Bietti e ideata da Francesca Fiorelli Malesci, è stata realizzata con il contributo scientifico dei giovani Giulia Coco, Alessandro Grassi, Francesca Merz e Giovanni Serafini. Il catalogo è di Sillabe.

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