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PISA – A Pisa le studentesse sono numericamente la maggioranza (oltre il 60%), che hanno negli studi performance mediamente migliori (sia in termini di voti che di tempi di laurea), ma che poi diventano una minoranza tra coloro che si iscrivono ai corsi di dottorato e, inoltre, già un anno dopo la laurea guadagnano in media sensibilmente meno degli uomini, con un gender pay gap che a 5 anni dalla laurea arriva al 21%.

Il bilancio di genere 2020

Lo rivela il bilancio di genere 2020 pubblicato dall’università di Pisa. Significativi anche i dati relativi alle carriere accademiche. con una forbice, spiega l’ateneo, «che si allarga quanto più si sale ai livelli apicali della carriera accademica: secondo le fonti Miur al 2018, solo il 19% di professori ordinari erano donne (su 100 docenti di prima fascia ci sono 19 donne e 81 uomini), contro il 24% del dato nazionale e nelle discipline Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) la percentuale scende al 15%, contro il 20% del dato nazionale».

Non solo secondo i dati Cineca 2019, osserva ancora l’ateneo, «nell’area 8 Ingegneria civile e Architettura, Pisa non aveva addirittura nessuna ordinaria, contro il 24% della media nazionale», tuttavia anticipando i dati del prossimo Bilancio di genere, già in fase di redazione, prosegue l’università pisana, «la percentuale di professoresse ordinarie nel 2019 è salita al 21%, ed è salito al 25% anche il dato nazionale, mostrando un trend di lento miglioramento».

Infine, conclude l’ateneo, «per quanto riguarda il personale tecnico amministrativo le donne sono in totale il 61%, ma solo il 29% ha incarichi dirigenziali e sono marcatamente sotto-inquadrate degli uomini».

Rettore Mancarella: «Stiamo iniziando a respirare un clima culturale al passo con l’evoluzione della società contemporanea»

«C’è ancora molto da fare – sottolinea il rettore, Paolo Mancarella – ma se ad esempio si pensa all’attuale composizione del Senato Accademico, rinnovato nei mesi scorsi, in cui vi è perfetta parità tra componente maschile e femminile, possiamo dire che stiamo iniziando a respirare un clima culturale al passo con l’evoluzione della società contemporanea».

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