Parole (e musica) di Peter Cincotti, in concerto martedì 12 dicembre al Teatro Puccini di Firenze (ore 21) a pochi mesi dall’uscita del nuovo album “Long Way From Home”.

L’italo-americano «Molte canzoni di questo disco sono state ispirate specificamente dall’Italia: “Roman Skies” l’ho scritta seduto in un taxi per le strade di Roma; “Palermo” mi è venuta in un sogno – racconta Cincotti – Quindi, consapevolmente o inconsapevolmente, tra tutto il mio viaggiare nel mondo, le mie esperienze in Italia hanno particolarmente segnato questo album in un modo che nessun altro Paese ha fatto». Dodici tracce scritte, arrangiate e prodotte dallo stesso pianista e cantautore, 12 perle in cui pop, rock, blues e jazz si fondono con naturalezza nel suo stile unico e inconfondibile. Nato nel 1983 a New York da una famiglia italo-americana, Peter Cincotti accenna spesso alle proprie origini. Oltre che dai viaggi italiani, i nuovi brani nascono dai suoi ricordi d’infanzia, dando forma a quello che lui stesso ha definito “il disco più intimo e personale”, con un pianoforte ritmico a marcare trame che strizzano l’occhio, e soprattutto l’orecchio, al pop. «Mai prima avevo usato il piano in questo modo. Due anni fa ho iniziato ad avere delle idee per un album che portasse un pianoforte più attivo, più ritmico, nel paesaggio della musica moderna», continua. Non manca una chiave onirica: «Ogni volta che andavo a dormire, una nuova canzone mi appariva in ogni sogno. Così mi svegliavo e scrivevo. Diverse tracce di questo album sono state scritte in questo modo. Sono arrivato ad un punto in cui non mi sembrava di comporre, ma di scrivere quello che percepivo essere già lì». Se provaste a mischiare Billy Joel, Oscar Peterson e One Republic, il risultato sarebbe qualcosa di molto vicino a questo lavoro. Sul palco del Teatro Puccini di Firenze il pianista e songwriter newyorkese sarà affiancato dal basso e le tastiere di Lex Sadler e da Joe Nero alla batteria.

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