Dopo le proteste primi spiragli di luce in fondo al tunnel per il Maggio Musicale Fiorentino. I 50 lavoratori in esubero previsti nel piano di rilancio della Fondazione del Maggio passeranno alla società del ministero della Ales (Arte Lavoro e Servizi Spa, la società in house del Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e «saranno trasferiti a lavorare per le strutture dell’ex polo museale fiorentino, con procedura rapida e determinata come mi  è stato confermato dal segretario generale del Mibac Pasqua Recchia». La conferma è arrivata direttamente dal sindaco di Firenze e presidente della fondazione che presiede alle attività dell’ente lirico Dario Nardella, durante la presentazione del 78esimo festival del Maggio musicale fiorentino che si inaugurerà con il Fidelio di Beethoven il prossimo 30 aprile. «Il 6 marzo – ha detto Nardella – il ministro Dario Franceschini sarà a Palazzo Vecchio per un workshop sulle norme Art Bonus. Allora sicuramente la questione Ales sarà risolta e voglio sperare che sarà lo stesso ministro ad annunciarlo».

La protmaggioesta Gli addetti, dopo il licenziamento, sarebbero dovuti essere riassunti, in base ad accordi con il Mibact, in Ales, ma secondo i sindacati «non vi è nessuna garanzia che questo avverrà». Una delegazione di lavoratori nei giorni scorsi aveva seguito i lavori del Consiglio comunale e incontrato l’assessore al lavoro Federico Gianassi, al quale avevano simbolicamente consegnato una corona di fiori. Altro problema denunciato dai sindacati «l’idea, profilata dai vertici del teatro, di smantellare definitivamente il corpo di ballo. Un’operazione alla quale siamo assolutamente contrari». E come una doccia fredda è arrivata la dichiarazione del sovrintendente Francesco Bianchi. «Al Maggio Musicale Fiorentino non ci sarà più, a partire dal prossimo futuro, il corpo di ballo. I mezzi economici – ha detto – non consentono di sviluppare la danza così come un teatro come il nostro merita».

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