sportello-poste-chiuso_01_1_1.jpgTra qualche tempo, altro che fila allo sportello. Sarà molto piu’ facile trovare il proprio ufficio postale chiuso. Infatti il  piano varato da Poste prevede una nuova ondate di chiusure per il 2015. Si tratta dei piccoli uffici postali dei paesi, spesso di montagna ma che coinvolgono tutta la Toscana. Il rischio è di un’ottantina di chiusure ed altrettante riduzioni di orario. «A distanza di pochi anni dall’intesa del 2012, che portò a un piano di razionalizzazione condiviso, si torna ora a rimettere in discussione la distribuzione sul territorio degli uffici postali, spesso presidi essenziali per tanta parte della popolazione, soprattutto per chi abita lontano dai grandi centri  –  ha spiegato la presidente di Anci Toscana Sara Biagiotti  –  E’ assurdo inoltre che i Comuni che si sono uniti o che stanno per farlo siano penalizzati dal piano, secondo una logica che va nella direzione opposta a quella che le fusioni vogliono perseguire. Comprendiamo le ragioni di Poste  riguardo il contenimento della spesa  ma non è accettabile che questo vada a discapito della qualità della vita dei cittadini, in particolare dei più  anziani. Ci sono soluzioni alternative che vanno perseguite e condivise».

Nardella incontra il presidente di Poste: «Ho trovato grande disponibilità» «Da qui al 13 aprile, data prevista per le chiusura da Poste Italiane lavoreremo insieme alla Regione facendo tutte le battaglie che ci sono da fare. – ha sottolineato ancora Biagiotti –  Il valore aggiunto di una società come Poste Italiane è la sua capillarità sul territorio. Se perde questa caratteristica, perderà in competitività: i tagli agli uffici saranno un disvalore». Nel frattempo è di ieri l’incontro fra il sindaco di Firenze e coordinatore delle città metropolitane toscane, Dario Nardella, ed il presidente di Poste Luisa Todini. «Ho parlato a Roma con il presidente di Poste italiane che mi ha assicurato che approfondirà tutti i casi degli uffici postali dell’area metropolitana toscana, incluso quello specifico di Settignano su cui c’è grande attenzione da parte dei residenti. – ha spiegato oggi il sindaco di Firenze  – La chiusura di questi uffici rientra nel piano nazionale tuttavia io ho chiesto alla presidente Todini di valutare ed approfondire la questione perché non possiamo cancellare senza motivazioni particolari un servizio così prezioso, soprattutto in quelle parti della città che sono isolate come ad esempio nel caso di Settignano, come tanti altri piccoli comuni dell’area toscana. Ho trovato nel presidente Todini grande disponibilità ad approfondire la questione, continueremo a seguirla con la massima attenzione perché anche se non riguarda il comune la vicenda degli uffici postali, tuttavia per noi rappresenta un servizio in più che si dà ai nostri concittadini».

Il Governatore Rossi: «In Toscana i tagli non passeranno» Chi ha tuonato contro la chiusura di molti uffici postali è stato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che pochi giorni fa ha incontrato in Regione i 100 sindaci dei comuni colpiti dal piano di riorganizzazione di Poste Italiane che prevede la chiusura di 63 piccoli uffici postali e il ridimensionamento di orario per altri 37. Tagli che riguarderanno soprattutto frazioni e paesini di montagna o di periferia. «In Toscana un messaggio forte per il governo e Poste: i tagli non passeranno» ha scritto su Twitter Rossi che poi ha aggiunto: «Poste fa un utile un milione e mezzo di euro. E’impensabile che ci siano i presupposti per chiusure di sportelli essenziali alla vita dei cittadini». Durante la riunione con il governatore toscano i sindaci hanno firmato la lettera da inviare ai parlamentari e all’ad di Poste Francesco Caio.  Rossi ne ha parlato alla Conferenza delle Regioni per cercare una strada condivisa da tutti i presidenti di Regione.  «Due stipendi di due amministratori delegati di Poste basterebbero a coprire i tagli degli uffici toscani non abbiamo l’anello al naso. – ha aggiunto Enrico Rossi – Tagliare gli uffici è un insulto alla povera gente, a chi sta in montagna e in luoghi meno accessibili».

Giurlani (Uncem toscana): «Piano inaccettabile» «E’ un piano inaccettabile – ha detto Oreste Giurlani, presidente Uncem regionale ad agenziaimpress.it – che colpisce tante aree montane, rurali, periferiche della Toscana interessando anche uffici che servono frazioni di 1.500, 2.000 abitanti». Numerosissimi gli interventi dei sindaci che hanno fatto presente a Rossi i disagi del territorio. «Ci sono cittadini del mio comune, che è molto esteso, che per una raccomandata dovranno fare 40 km a andare e altrettanti a tornare» ha raccontato il sindaco di Zeri (Massa – Carrara) Enrico Pedrini. «Nel mio comune – ha aggiunto il sindaco di Barga (Lucca) Marco Bonini – si propone di chiudere due uffici postali a Castelvecchio Pascoli e Mologno in un’area dove si registra un aumento demografico e un aumento delle attività produttive». «Abbiamo già avuto una riduzione di orario nel 2012; ora per il nostro comune, 600 abitanti, 65% oltre i sessant’anni si chiede un’ul teriore riduzione: sono decisioni che allontanano i cittadini dal territorio» ha sottolineato il sindaco di Montemignaio Massimiliano Mugnaini. Proteste contro la possibile chiusura di uffici postali sono arrivate dai comuni di Piteglio (Pistoia), Tavarnelle, Barberino, San Casciano e Monteverdi Marittimo.

 

 

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