tifosi mensIn gergo politico verrebbe definito «rimpasto» ed è quello che a tutti gli effetti è successo alla Mens Sana Basket 1871. Dopo l’assemblea dei soci di ieri c’è un nuovo cda. Il trust e il consorzio entrano nella Mens Sana: sulla carta ci sono già ma, in sostanza, serve ancora un po’ di tempo. Ed è proprio quello, il tempo, che l’assemblea ha concesso ai due nuovi soggetti che entrano in società. E’ pertanto grigia, grigio chiara per i più ottimisti, la fumata che arriva dal ‘conclave’ dell’assemblea dei soci durato circa 45 minuti.

Mens Sana, nuovo cda Dal cda della Mens Sana escono Francesco Panichi  e Stefano Inturrisi. Entrano al loro posto Alfredo Barlucchi, sarà vicepresidente, e Guido Guidarini: entrano cioè il presidente e il suo vice nel trust Io tifo Mens Sana. Resta anche Lorenzo Marruganti  come presidente. Marruganti ritira pertanto le sue dimissioni, al pari di quanto fatto da Duccio Carapelli. Resta, e non v’erano dubbi, anche Danilo Bono.

Cosa si prospetta «L’obiettivo» degli ingressi di trust e consorzio (Basket e Sport Siena srl, il nome di quest’ultimo) è quello di «di sostegno» alla Mens Sana «attraverso interventi di ricostituzione del capitale sociale con quote significative», si legge nella nota diramata da Viale Sclavo. Nello stesso comunicato si dice anche che ci sarebbe già la disponibilità finanziaria per acquisire una quota superiore al 50% ma prima c’è anche la «necessità di approfondire e quantificare le problematiche finanziarie di fine periodo e soprattutto di acquisire i dati utili alla programmazione della stagione 2016/17». Io tifo Mens Sana e Basket e Sport Siena elaboreranno (nel giro di poche settimane, secondo quanto si apprende) «un piano» che abbia «l’obiettivo prioritario di verificare la possibilità di maggiori entrate grazie anche ai nuovi contributi che arriverebbero in seguito al progetto di partecipazione che è stato già elaborato ed è inserito in un documento portato a conoscenza dell’assemblea». E l’assemblea ha deliberato all’unanimità di concedere il tempo necessario.

Il d-day della Mens Sana Un’assemblea dei soci, quella della Mens Sana, arrivata dopo una serie di giornate frenetiche e intense, piene di incontri, contatti, scambi di mail e telefonate. Era l’8 marzo, esattamente un mese fa, quando arrivarono le dimissioni in massa dal cda della Mens Sana Basket 1871 e anche quelle di Piero Ricci da presidente della Polisportiva. Un fulmine a ciel (più o meno) sereno, visto che era noto che l’assenza di un main sponsor avrebbe potuto portare a problemi di carattere economico per la società. Oggi, si lavora su un nuovo modello di società e lo si fa su più fronti. Una scelta, viene detto, indispensabile per superare gli ammanchi immediati e il disavanzo previsionale a fine stagione (circa 600mila euro, al netto di ulteriori economie sulle voci di spesa), ma anche per delineare linee programmatiche future.

Ferita aperta Adesso c’è un margine di tempo per proseguire con i lavori. Sulle prospettive ipotizzate aleggia un velo di moderato ottimismo, sebbene ancora manchino alcune certezze che farebbero dormire sogni decisamente più tranquilli alla tifoseria mensanina e a tutti gli appassionati di basket a Siena. In città, del resto, la ferita di ciò che è successo nel recente passato biancoverde è ancora aperta. Una volta vetrina dorata della ricchezza e del potere politico-finanziario senese, lo sport si è trasformato – nel giro di pochi anni – nella cartina di tornasole di una realtà che deve trovare riferimenti del tutto nuovi per andare avanti. Perifrasi che si sposa perfettamente con le recenti vicissitudini della Mens Sana. Ormai gli scudetti e i successi, italiani ed europei, sono un lontano ricordo. Non ci sono più gli uomini soli al comando, i Ferdinando Minucci per intendersi, né le milionarie sponsorizzazioni del Monte dei Paschi. Era il 21 febbraio 2014 quando la Mens Sana Basket spa venne messa in liquidazione per una perdita da 5.4 milioni di euro. Già da prima però, la lente di magistratura e Guardia di Finanza si era focalizzata sulla Mens Sana: l’inchiesta ‘Time out’ è stata aperta a dicembre 2012. Un anno e mezzo dopo, l’8 maggio 2014, Minucci venne arrestato con l’accusa di «associazione per delinquere, con lo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti tributari», si leggeva nella nota della GdF. Non bastò nemmeno uno scudetto quasi vinto per evitare il fallimento, che arrivò il 9 luglio 2014. Da lì in poi le vicende sportive si sono intrecciate con l’agenda di quelle finanziare e giudiziarie. Ancora si attendono le notifiche di chiusura indagini per ciò che riguarda la vecchia gestione. E ancora, sebbene in tutt’altro contesto, si parla di difficoltà economiche per la nuova Mens Sana.

Tratto da La Nazione ed. Siena

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