Il Governatore della Banca D'Italia Ignazio Visco durante la celebrazione del centenario della nascita dell'economista Federico Caffè, Roma 12 novembre 2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il Governatore della Banca D’Italia Ignazio Visco (Foto Ansa)

«Io ho preso il rischio personale di chiedere ai vertici di Mps di lasciare e non avevo nessun potere». Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in audizione al Senato ricordando come il «caso Mps è sorto solamente perchè la Banca d’Italia con le sue ispezioni l’ha provato» e poi «la situazione emersa era ancora più grave ma non era facile capirlo». Il governatore ha fatto riferimento alla richiesta avanzata ai vertici della banca (il presidente Giuseppe Mussari e il dg Antonio Vigni) e della Fondazione nel novembre 2011 di dare un segnale di discontinuità, pur in assenza dei relativi poteri attribuiti all’autorità solo con norme successive.

mps«Alcun imbarazzo» sul caso della banca senese Il governatore, che rispondeva a una domanda del senatore Franco Carraro sul perchè fosse stata data l’autorizzazione per l’acquisto di Antonveneta nel 2008 malgrado l’assenza di una due diligence, ha quindi spiegato di «non aver alcun imbarazzo» sul caso della banca senese di cui «io peraltro non avevo alcuna contezza» (all’epoca il governatore era l’attuale presidente Bce Mario Draghi). «La due diligence si può fare e non si può fare» ha affermato «dipende anche dalla pressione a chiudere».

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