«A testa alta fino alla fine nella porcata di Bettolle». È stato questo il primo tweet di Francesco Michelotti subito dopo l’essere uscito sconfitto dal congresso provinciale del PdL di Siena, che ha visto vincere con il 59% dei voti il coordinatore uscente, Claudio Marignani, confermato alla guida della Popolo della Libertà senese. Un dato elettorale che comunque conferma l’evidente spaccatura all’interno del partito di Berlusconi in provincia di Siena. «Rispettiamo il risultato delle urne, ma il Pdl resta diviso – esordisce così Francesco Michelotti -. Dal congresso di Bettolle emerge che il nostro partito potrà contare di avere un coodinatore, non su un leader. Un fattore, questo, che pagheremo sicuramente nei prossimi mesi».

PdL diviso Non c’è coesione all’interno del PdL senese. Il quadro che emerge dalle urne di Bettolle è che, effettivamente, le spaccature della vigilia siano rimaste invariate anche all’indomani del voto. «L’atteggiamento di Marignani non fa bene al partito – continua Michelotti -. Quando sono andato a stringergli la mano per complimentarmi per la sua vittoria, si è visto distintamente che lui ha risposto contro voglia. E questo perché? Perché non è un leader, è semplicemente un coordinatore che ha raccolto il 60% circa delle preferenze della metà degli aventi diritto al voto. Da Roma, Verdini ha voluto che l’assemblea si facesse a Bettolle e questo ha impedito la partecipazione da parte di tanti iscritti al PdL senese. Solo 1081 persone hanno votato. E la sede bettollina ha certamente influenzato anche l’esito delle urne. Adesso abbiamo una maggioranza ed un’opposizione di partito. E promettiamo battaglia nei prossimi congressi comunali».

Bettolle, luogo della discordia Il congresso del Popolo della Libertà della provincia di Siena, non si è tenuto nel capoluogo, ma bensì a Bettolle, estesa frazione del Comune di Sinalunga, a circa 50 chilometri dalla Città del Palio nel versante sud della provincia. Una scelta che ha fatto discutere alla vigilia dell’incontro e che continua a suscitare dibattiti e scontri anche all’indomani. «Credo che il 41% che abbiamo raccolto a Bettolle possa sicuramente valere un 48-49% che avremo potuto raccogliere se il congresso si fosse fatto a Siena. Molte persone dal nord della provincia non sono potute venire a votare e, soprattutto, la location non ha favorito la partecipazione al dibattito della mattina, dove solo circa 50 persone hanno seguito il mio discorso e quello di Marignani – prosegue Michelotti -. Il risultato è che il partito, spaccato alla vigilia, continua ad essere frazionato al suo interno, nonostante il mio proclama alla coesione all’indomani di Bettolle. Siamo ufficialmente l’opposizione del PdL ed è quello che faremo, opponendoci all’atteggiamento padronale che Marignani continua ad avere sul partito. Marignani non vuole più che si facciano riunioni staccate da quelle del coordinamento centrale del Pdl senese? Impossibile – chiude Francesco Michelotti -. Tutte le energie devono essere valorizzate e se queste si traducono in manifestazioni, convegni e incontri ben vengano. Noi faremo quello che vorremo, anche perché rappresentiamo un 41% ben radicato nel senese e con idee che meritano di essere rappresentate e portate avanti».

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