Gli anni Sessanta, il boom economico, il passaggio a quella società dei consumi definita da Pasolini “mutazione antropolgica”. Dopo il primo studio in scena lo scorso dicembre, da venerdì 12 a domenica 14 maggio il Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze) presenta la versione definitiva di “Mille brividi d’amore – Il sogno italiano degli anni Sessanta”, secondo episodio della trilogia “Dopo Salò” ideata dal regista Gianfranco Pedullà e dal drammaturgo Massimo Sgorbani, con Compagnia teatro popolare d’arte e Compagnia Simona Bucci, con il sostegno di Mibact e Regione Toscana.

Due sposi novelli e tante illusioni “Mille brividi d’amore” racconta la storia di due sposi novelli (Tonino e Graziella, interpretati da Marco Natalucci e Rosanna Gentili) nel mezzo di un terremoto sociale e culturale. Due “borghesi” che non approdano a una coscienza politica e rimangono vittime delle illusioni di un mondo che promette tutto (anche la luna), ma consente solo a pochi di realizzare i loro sogni. I due sono circondati dalle figure di un teatrino allucinato: i genitori di Graziella che raccontano un torbido rapporto all’interno della loro famiglia, i genitori di Tonino che gli appaiono in forma di incubo, due poco probabili gemelle presentatrici, una mammina (dolce e cara solo in apparenza) simile a quella della pubblicità del brodo Star, una luna parlante in versi.

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