Marcello Clarich, presidente della Fondaizone Mps
Marcello Clarich, presidente della Fondaizone Mps

Nel 2016 la Fondazione Mps ha previsto erogazioni tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. E’ quanto sancito dal documento programmatico previsionale approvato ieri dalla Deputazione generale dell’ente e presentato questa mattina dal presidente Marcello Clarich. «Ci siamo posti il problema su come ed entro quali limiti potevamo riaprire l’attività erogativa secondo il principio della massima prudenza» ha sottolineato Clarich evidenziando come la Fondazione Mps sia arrivata a tale previsione di erogazione attingendo ai fondi dell’avanzo di esercizio pari a 3,7 mln di euro. «Non è moltissimo, ma è un primo segnale che vogliamo dare al territorio» ha detto il presidente di Palazzo Sansedoni.

La ripartizione Le erogazioni stimate sono state così ripartite: 1,2 mln all’Accademia Chigiana, 950mila euro alla Fondazione Tls, 100mila euro per partecipazioni istituzionali, 30mila euro ad altri progetti propri consolidati della Fondazione Mps e un importo variabile tra i 220mila e i 720mila euro per altri progetti, attività e iniziative che potranno essere definite nel corso dell’esercizio.

Un “minibando” entro il 2015 Entro il 2015 inoltre la Fondazione Mps emetterà tre bandi per complessivi 70mila euro destinati alla provincia di Siena ed aventi oggetto finanziamenti di ‘Call for proposals’ a progetti nei settori di ‘Economia, la crescita e lo sviluppo del territorio’, ‘Cultura, formazione, arte’, ‘Le istituzioni e il nuovo welfare’.

Richiesta risarcimento danni Sarà di oltre 300 milioni di euro la richiesta di risarcimento danni contenuta nella memoria difensiva che la Fondazione Mps, tramite i propri legali, presenterà al tribunale civile di Firenze nell’ambito del processo sul derivato Alexandria. Lo ha reso noto il presidente Clarich nel corso della presentazione del documento programmatico previsionale 2016. La richiesta di risarcimento sarà nei confronti degli ex vertici di banca Mps e nei confronti della banca giapponese Nomura. «La deputazione generale della Fondazione Mps ha già deliberato una serie di azioni, in sede civile e alcune anche in sede penale, volte ad ottenere il massimo ristoro dei danni che si ritiene l’ente abbia subito». Ha specificato Clarich sull’azione risarcitoria nei confronti degli ex vertici di Banca Mps, l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex dg Antonio Vigni. «Procediamo con la massima determinazione nelle sedi prescelte per avere il miglior risultato possibile in termine di patrimonio, la Fondazione Mps persegue come strategia quella di massimizzare le probabilità di ottenere vari risarcimenti per rimpolpare il patrimonio» ha concluso.

Patrimonio netto in calo E proprio il patrimonio netto stimato per il 2015 «è di circa 520 milioni di euro». Così il direttore amministrativo della Fondazione Mps Marco Forte ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano a quanto ammontasse il patrimonio dell’ente di Palazzo Sansedoni. «La somma andrà valutata a fine anno al netto delle oscillazioni riguardanti le gestioni patrimoniali» ha spiegato Forte. Nel 2014 il patrimonio netto della Fondazione Mps era di 532 milioni di euro.

Uno zaino pesante di erogazioni ereditate In merito poi alla liquidità della Fondazione Mps pari oggi a 435 milioni di euro incide «uno zaino pesante di debiti pregressi da erogazioni ereditate pari a circa 23,5 milioni». Lo ha detto il presidente dell’ente. «Nel 2014 il debito era pari a 57,6 milioni e abbiamo provato in molti casi a rinegoziare le erogazioni» ha specificato Clarich evidenziando come il debito «sarà estinto entro il 2018». Il presidente dell’ente di Palazzo Sansedoni ha poi sottolineato che quelle erogazioni pregresse, perlopiù risalenti a prima del 2010, «oggi non supererebbero i test e i criteri di assegnazione».

Aggregazione banca «Lasciamo lavorare in pace la banca e poi vediamo». Così il presidente della Fondazione Mps ha infine risposto a chi gli chiedeva valutazioni sul percorso verso l’aggregazione di banca Mps. Clarich ha poi sottolineato che la Fondazione Mps, attualmente con l’1,49 del capitale azionario di banca, «non è più un socio determinante».

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