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SIENA – Il confronto tra Monte dei Paschi di Siena e Mediobanca si accende, con l’ad Luigi Lovaglio che rilancia sull’offerta pubblica di scambio promossa dall’istituto senese su Piazzetta Cuccia.

In un’intervista a SkyTg24, il manager ha sottolineato come la capitalizzazione di Mediobanca, pari a 16 miliardi di euro, sia fortemente influenzata dalla partecipazione del 13,2% in Generali. “Se tolgo la partecipazione in Generali andiamo a una market cap simile” a quella di MPS, che si attesta sui 9 miliardi di euro, ha dichiarato il banchiere, rimarcando così la vicinanza tra i due istituti al netto delle quote in Generali.

Le operazioni non sono alternative

Lovaglio ha chiarito che le due operazioni in corso – l’offerta di Mps su Mediobanca e quella di Mediobanca su Banca Generali – non sono in concorrenza tra loro. “Non sono alternative, per noi il wealth management è altrettanto importante”, ha detto il Ceo, sottolineando come l’offerta su Banca Generali debba comunque passare al vaglio dell’assemblea degli azionisti. “La nostra ha dei termini economici e finanziari chiari e ben evidenti per tutti. Francamente, se io fossi un azionista di Mediobanca trovo un po’ più difficile capire quali sono gli economics dell’Ops su Banca Generali”, ha aggiunto Lovaglio, ribadendo la trasparenza dell’operazione promossa da Siena.

“Basta con i salotti, pensiamo a creare valore”

Lovaglio ha poi lanciato un messaggio chiaro al sistema bancario italiano: “Credo che l’attenzione ai salotti debba essere assolutamente superata”. L’offerta pubblica di scambio di MPS su Mediobanca, ha spiegato, “va avanti” grazie all’ampio consenso degli azionisti, che rappresenta per il management “l’indicazione che siamo sul lato giusto”. L’obiettivo dichiarato è quello di “creare valore per tutti gli stakeholder: azionisti di Montepaschi e di Mediobanca, clienti, dipendenti e territori”.

La logica dell’operazione: diversificare i ricavi

Secondo Lovaglio, l’offerta trova la sua logica nella volontà di ampliare e diversificare la gamma dei ricavi, specializzandosi ulteriormente. “Oggi, se vogliamo sviluppare l’economia e essere vicini al cliente, dobbiamo pensare soltanto a creare valore per tutti”, ha affermato l’ad, sottolineando la visione industriale dell’operazione e la sua rilevanza per il sistema bancario nazionale.

Benefici fiscali e fiducia nel successo dell’OPS

Sul fronte tecnico, Lovaglio ha spiegato che per ottenere i benefici fiscali legati alle DTA (Deferred Tax Assets), a Mps è sufficiente detenere il 50% più un’azione di Mediobanca. “Ma è un fatto tecnico: noi siamo convinti che la nostra OPS sarà di successo e riusciremo ad avere adesioni importanti”, ha concluso il Ceo, manifestando fiducia nella buona riuscita dell’operazione e nel sostegno degli azionisti.

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