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SIENA – Le ultime pennellate di Palazzo Chigi dovrebbero arrivare in giornata. A quel punto le pedine principali di Mps troveranno collocazione.

In ballo il presidente e l’amministratore delegato. Se per questo ruolo Luigi Lovaglio non dovrebbe trovare avversione, pur essendo stato scelto da Mario Draghi, sul successore di Patrizia Grieco le acque sono mosse. Non agitate, perché Nicola Maione (consigliere uscente in quota Lega) sembra in ottima posizione. La partita è in mano al ministro Giancarlo Giorgetti, con la premier Meloni sullo sfondo.

Poi c’è la partita (ben più complessa) per le liste per il nuovo cda. La scadenza è il 26 marzo, quindi domenica prossima: i giochi si chiuderanno venerdì con tutta probabilità. Se ci dovesse essere la ventilata riduzione dei posti disponibili, la disputa sarà ancora più serrata. Curiosità soprattutto per il ruolo delle fondazioni bancarie, che hanno una partecipazione azionaria attorno al 3%.

Nel frattempo, è arrivata la sottolineatura di Alessandro Melzi d’Eril, ad di Anima: “La relazione commerciale con Mps e’ molto buona e che ad oggi non e’ in discussione la partnership, che ormai va avanti da quasi 15 anni’ e che scadra’ nel 2030”.

Sul fronte borsistico, intanto, dopo il ritorno negativo nell’indice Ftse Mib (Montepaschi mancava da 6 anni), il titolo sta riguadagnando terreno: il guadagno attuale è superiore al 3%.

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