SIENA – Mentre cresce l’attesa su Mps in vista del consiglio di lunedì, quando verrà discussa la posizione dell’ad, Guido Bastianini, “sfiduciato” dal Mef – come anticipato da Repubblica – sarebbe in corso un approfondimento su alcune poste one-off che potrebbero impattare sul bilancio, che si sarebbe dovuto chiudere con un utile attorno ai 300 milioni.

Sul Monte, riferisce l’Ansa, avrebbe acceso un faro la Consob chiedendo al collegio sindacale, già attivo sulla questione, di riunirsi domani.

Oggi Il Messaggero scrive anche che a chiedere la testa del banchiere sarebbe la Ue, che riterrebbe Bastianini non “affidabile” e “inadatto a guidare la nuova fase” della banca. A tirare le fila della sfiducia è la presidente Patrizia Grieco, che sta costruendo il quadro legale a supporto dell’avvicendamento. Di segno opposto le letture sulla questione dei conti. Chi sostiene Bastianini vi legge una tentativo di indebolirne la posizione, mentre dall’interno della banca non si rileva nulla di anomalo sugli approfondimenti in corso, doverosi e i cui esiti non sarebbero tra l’altro ancora definiti.

Banca Mps: “Bastianini sottoposto a verifica nel prossimo Cda”

Intanto la Commissione Ue non fa “assolutamente alcun commento, secondo la nostra prassi abituale” sulle voci di stampa secondo cui avrebbe chiesto discontinuità al vertice di Mps.

E’ quanto ha affermato una portavoce nel punto stampa quotidiano, interpellata anche sulle ricostruzioni secondo cui la Ue troverebbe ‘troppo leggero’ il piano di Mps. “La Commissione ha seguendo da vicino i recenti sviluppi di Mps ed è stata in contatto con il le autorità italiane al riguardo”, ha aggiunto la portavoce affermando di parlare “più in generale. “A luglio 2017 abbiamo approvato il piano italiano di sostegno” alla ricapitalizzazione di Mps  sulla base di “un efficace piano di ristrutturazione” e “di alcuni impegni assunti dall’Italia in relazione alla banca – ha spiegato -. Come sempre è compito degli Stati membri rispettare gli impegni presentare proposte sulle modalità in cui tali impegni vengano rispettati. Quindi spetta all’Italia decidere e proporre modalità su come uscire dalla proprietà di Mps, tenendo conto della nostra decisione sugli aiuti di Stato 2017”.

Mps, i sindacati non ci stanno: Siamo all’ennesimo giro di giostra. Lo Stato faccia chiarezza

Standard Ethics ha alzato il corporate rating di Banca MPS a “EE” (“Strong”) dal precedente “EE-” (“Adequate”) e con un long term expected rating EE+. Il nuovo rating conferma il forte focus di Banca MPS sulle tematiche ESG ed i concreti passi nel percorso di rafforzamento della governance di sostenibilità e nell’integrazione dei rischi ESG nella gestione della Banca.

Per Standard Ethics: “Banca MPS appare proseguire nel percorso di rafforzamento delle proprie strategie di sostenibilità in linea con le indicazioni internazionali. Come già notato nei precedenti Report, appaiono costanti gli sforzi per rafforzare sia il governo societario – che hanno determinato, tra gli altri, il raggiungimento della parità di genere nel Board – sia la governance della Sostenibilità. I rischi ESG (Environmental, Social, Governance) sono oggetto di attenzione e si apprezzano miglioramenti nell’integrazione di quest’ultimi nella gestione della Banca. La rendicontazione non finanziaria si mantiene allineata alle buone pratiche europee”.

Il risultato segue di pochi giorni l’adesione della Banca alla Net-zero Banking Alliance e la recente revisione della Governance della Sostenibilità, anche tramite la creazione di uno staff “Sostenibilità e ESG” sotto la responsabilità del Chief Financial Officer.

Per Giuseppe Sica, CFO di Banca MPS: “Il rating upgrade è una ulteriore testimonianza del focus della Banca sulle tematiche ESG, che si traduce nel tempo in iniziative sempre più concrete, e nel supporto crescente a tutti i nostri stakeholders per la implementazione di politiche sostenibili”.

Articolo precedenteGli investimenti diventano green. Il Mise autorizza accordo per 28,5 mln di euro su Nuovo Pignone
Articolo successivoLa scuola al tempo della pandemia: un’indagine la racconta