profumo_campagnaEntro metà giugno il Monte dei Paschi di Siena lancerà l’aumento di capitale da 5 miliardi, poco meno del doppio dell’attuale valore di mercato della banca, approvato il 21 maggio scorso dall’assemblea dei soci. L’operazione permetterà di pagare per cassa il rimborso dei Monti Bond, evitando l’ingresso dello Stato nel capitale della banca. A una settimana dalla decisione dei soci, il presidente della banca senese, Alessandro Profumo, illustra a Stamptoscana.it progetti e strategie per i prossimi anni, con una certezza: «Il periodo complicato è finito».

Chiuse le porte allo Stato «L’aumento di capitale – spiega Profumo – permetterà ad Mps di far fronte al meglio agli impegni assunti nel piano di ristrutturazione, cogliendo tutte le opportunità derivanti da una possibile ripresa delle condizioni macro-economiche e dell’attività bancaria. Così come sarà possibile poter beneficiare di un minor costo della raccolta grazie al previsto miglioramento del merito creditizio, contando inoltre sulla capacità di ottimizzare il costo del credito per il futuro. Vorrei, poi, ricordare che con il completamento dell’aumento di capitale da 5 miliardi di euro, nella prima parte del prossimo mese di luglio e pagando per cassa il rimborso di 3 miliardi di euro di Monti bond, non solo eviteremo l’ingresso dello Stato nel capitale della Banca ma ripagheremo con gli interessi il nostro debito, consolidando il capitale primario della banca e mettendo fine al periodo “un po’ complicato” attraversato dalla banca».

Campagna pubblicitaria sui computer dei dipendenti Il periodo “un po’ complicato” è diventato il leitmotiv della banca senese tanto da diventare anche il claim pubblicitario della nuova campagna che campeggia su molti giornali ed ha esordito nell’assemblea dei soci che ha dato il via libera all’aumento di capitale. Una campagna pubblicitaria che ha fatto storcere il naso a molti sul concetto abbastanza soggettivo di “un po’ complicato” e sul fatto che sullo sfondo sia stato scelto il palazzo comunale di Siena. A storcere il naso sono stati anche i dipendenti della banca stessi che, con un po’ di sorpresa, hanno acceso il computer trovandovi lo stesso slogan vergato come sfondo del desktop.

Terza banca del Paese, ritorno al futuro Un massiccio ingresso di fondi di investimento esteri potrebbe porre problemi? «Il frazionamento dei nostri azionisti, con la conseguente diversificazione della nazionalità ritengo possa rappresentare – risponde Profumo – una opportunità di confronto e sviluppo. Non dimentichiamo che una forte componente estera nell’azionariato è una novità presente in tutte le principali aziende industriali e finanziarie del nostro Paese. Essere attrattivi per gli investitori internazionali è anche sinonimo di fiducia nel Paese e questo rappresenta un’importante opportunità per tutti gli imprenditori italiani e un fattore decisivo sia per la ripresa economica che per la creazione di nuove opportunità di lavoro. Nel medio termine vedo MPS riprendere con forza il suo ruolo di terza banca del Paese, con la piena fiducia dei suoi cinque milioni di clienti, in grado di diventarne i migliori testimonial».

Patto tra Fondazione e nuovi azionisti «nella direzione della stabilità» Sulla scelta della presidente della Fondazione Mps Antonella Mansi di non ricandidarsi e sui rapporti con l’ente di Palazzo Sansedoni, Profumo ha detto:  «Si tratta di motivazioni personali, che rispetto. Per quanto riguarda i rapporti tra banca e Fondazione ritengo che debbano essere quelli usuali che intercorrono tra un’azienda ed il suo azionista. Certamente in questo ultimo periodo la presenza della Fondazione all’interno della compagine azionaria della Banca è decisamente mutata. Dal 51% del recente passato è arrivata oggi al 2,5%. Una presenza che sono certo le permetterà, comunque, anche in futuro di poter svolgere un importante ruolo sul territorio senese, lavorando insieme agli altri azionisti ‘pattisti’ con i quali costituire un nucleo di soci stabili. Sono certo che il patto tra la Fondazione Mps e i nuovi soci sarà finalizzato ad accompagnare la banca nella direzione della stabilità».

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