sede

SIENA – “Quadro preoccupante, frutto di un’organizzazione a geometrie variabili, carichi di lavoro pesanti e disomogenei, linee valore falcidiate dalle uscite”.

Un responso uscito dagli incontri fatti dai sindacati in merito alla situazione interna a Mps. L’obiettivo era fare il punto dopo l’uscita di oltre 4 mila persone varata a fino novembre. Dalla relazione, riportata ai vertici della banca una decina di giorni fa, emerge un affresco emergenziale.

“La situazione già difficile, si complicherà con l’imminente periodo delle ferie con ulteriore peggioramento del clima e delle condizioni di lavoro, già caratterizzate da situazioni di forte stress, e con l’aggravio dell’esposizione a rischi operativi”, fanno notare i sindacati. La replica di Montepaschi, secondo la versione sindacale, non lascia molti spazi di manovra: “In merito alla situazione degli organici post Fondo, la Banca ha sottolineato l’adeguatezza complessiva degli stessi, che evidenziano casomai degli squilibri territoriali sui quali sarebbe intenzione aziendale di intervenire evitando pesanti mobilità e attivando processi organizzativi che consentano di alleviare i carichi di lavoro per le unità operative maggiormente in difficoltà”.

La distanza tra le parti è sottolineata dalle stesse rappresentative sindacali: “Manteniamo le nostre riserve sulla visione aziendale, che si conferma lontanissima dalla realtà in cui si trovano ad operare i colleghi e riteniamo che le problematiche esistenti richiedano soluzioni rapide, chiare e strutturate. E’ necessario che si potenzino concretamente gli organici delle filiali piuttosto che appesantire l’operatività inventando nuove figure (o nuove mansioni come gli specialisti del credito al consumo) o mettendo in atto complesse ipotesi organizzative”.

I sindacati tuttavia non sono disposti a mollare la presa. Anzi, rilanciano chiedendo nuovi confronti e altre assunzioni. Punto per altro, senza troppi dettagli, anche dal piano industriale 2022-26. “Il tema delle assunzioni diventa quindi centrale, cosi come l’efficientamento dei processi organizzativi e, in attesa di risposte in tal senso, è importante che l’azienda dia disponibilità a confrontarsi in modo trasparente, sia a livello centrale che periferico”.

Nel frattempo, per quanto i movimenti ai vertici, ieri sono arrivate le dimissioni di Patrizia Grieco, che saranno effettive dal 26 marzo. L’oramai ex presidente è stata nominata alla presidenza di Anima Holding. Le trattative per il suo successore sono in corso. Favorito resta il consigliere uscente Nicola Maione, anche se nelle ultime ore è circolato anche il nome di Elisabetta Belloni, a capo dell’agenzia che coordina i servizi segreti. Una strada, questa, che sembra tuttavia senza sbocchi.

Articolo precedenteAl Politeama arriva ‘Zorro. Un eremita sul marciapiede’
Articolo successivoDantedì. Al Tempio del Brunello un cortometraggio dedicato all’Inferno e conferenza di Dario Pisano