MILANO – Tesoro e Unicredit ad un passo dalla rottura sull’accordo su Mps. Il governo italiano e l’istituto di piazza Gae Aulenti, si starebbero preparando ad annullare i negoziati dopo che gli sforzi per raggiungere un accordo sul piano di ricapitalizzazione sono falliti.

A riportarlo è Reuters sul suo sito. Secondo quanto riporta l’agenzia citando 2 fonti, Roma ha deciso che non sarà in grado di soddisfare le richieste di Unicredit per un pacchetto di ricapitalizzazione del valore di oltre 7 miliardi di euro in quanto questo renderebbe l’ accordo “troppo punitivo” per i contribuenti. Ad incidere, inoltre, l’impossibilità di raggiungere un accordo basato sulle condizioni fissate a luglio.

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Un punto fermo sulla vicenda dovrebbe comunque arrivare entro il 27 ottobre, giorno in cui è convocato il cda della trimestrale di Unicredit. Oltre a quanto capitale iniettare nel Monte, più di 7 miliardi la richiesta di Orcel, a fare arenare il negoziato sarebbe ancora il tema del perimetro. Le pre-condizioni di fine luglio sono chiare. Unicredit è disposta prendere Mps, oltre che a impatto zero sul capitale, ripulita dai rischi legali, senza npl (da cedere ad Amco), senza le società prodotto (Mps leasing & Factoring, Mps fiduciaria, Mps Capital services). Tra i nodi da definire quello degli esuberi, che potrebbero ammontare a 6-7 mila persone, con un costo stimato fino a 1,4 miliardi.

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